Le fiere di calzatura e pelletteria non possono fallire l’appuntamento autunnale. Il momento è cruciale per entrambi i comparti. Si prospetta un profondo rinnovo.
Quelli in programma dal primo al 4 di settembre dovranno essere i Micam e Mipel della svolta. E non soltanto per i cambi avvenuti di recente alla guida di Assocalzaturifici (v. intervista ad Annarita Pilotti nelle pagine successive) e Aimpes, l’Associazione italiana manifatturieri pelli e succedanei, ma anche
perché il momento sembra essere decisivo su più fronti. Potrebbe essere presto ripensato il format dei saloni, che negli ultimi anni ha perso di molto in smalto e freschezza. E anche il calendario potrebbe essere rivisto, soprattutto nel tentativo di ricomporre la filiera con la moda. Un cambio di passo, d’altro canto, è richiesto dalla congiuntura critica in cui si trovano i settori italiani delle calzature e della pelletteria.
Né le scarpe né le pelli made in Italy, infatti, riescono a riprendere la marcia. Per quanto riguarda le calzature, dopo un 2014 chiuso all’insegna delle difficoltà, anche i risultati economici del primo trimestre non sono confortanti. I dati diffusi dall’Ufficio Studi di Assocalzaturifici riferiscono una produzione in calo del 3,5% in quantità e dell’1,8% in valore. Nel periodo considerato, inoltre, è proseguito il processo di selezione delle imprese: altre 66 aziende del comparto hanno chiuso i battenti da dicembre a marzo, portando per la prima volta il numero complessivo delle imprese attive sotto le 5mila unità. E anche dal fronte export non arrivano buone notizie. I flussi sono rallentati del 3,9% in quantità e dello 0,6% in valore nel primo del bimestre, soprattutto a causa della crisi nei mercati Csi (-50 per cento). Complessivamente, tra gennaio e febbraio, sono stati esportati 42,7 milioni di paia di calzature, 1,7 milioni in meno rispetto ai primi due mesi del 2014, per un valore di 1,57 miliardi di euro. Come già nel 2014, se la Ue in generale ha tenuto (+0,6% in valore e -1,4% in volume), i mercati extra-comunitari sono scesi del 10,2% in quantità e del 2% in valore. Un andamento ancora penalizzante per il settore delle calzature made in Italy. Ciò nonostante, il saldo commerciale rimane attivo per oltre 4,2 miliardi di euro (+0,2%).
Segno meno anche per la pelletteria, comparto che nel 2014 è stato trainato dall’export (+7,8%), a fronte di un mercato domestico connotato dal segno negativo (-2,6%). Il fatturato delle vendite internazionali ha superato i 6 miliardi di euro mentre il valore della produzione ha raggiunto i 6,5 miliardi di euro, un balzo del 10% sul 2013 grazie alla spinta delle esportazioni. Segnali incoraggianti, invece, dai dati relativi al primo trimestre della pelletteria italiana: il fatturato è cresciuto a doppia cifra (+10,2%) a 1,6 miliardi soprattutto grazie all’aumento del prezzo medio dei prodotti esportati (+10,7%), a fronte invece di una lieve contrazione in quantità (-0,7 per cento).
“Viviamo un momento importante e se non si fanno i cambiamenti adesso, il rischio è di rimanere fermi. Tutti i saloni hanno sofferto negli ultimi anni e rinnovarli è diventato una necessità”, spiega a Pambianco Magazine Riccardo Braccialini, neopresidente di Aimpes. Durante il Mipel di settembre ci presenteremo con nuovo look, un deciso cambio di passo nell’immagine, nelle presentazioni del prodotto e negli espositori. Per esempio, ospiteremo diversi giovani stilisti: la creatività emergente è quella che più fa colpo su buyer e stampa”.
A partire da questa edizione, Micam e Mipel saranno posizionati entrambi al pianterreno (fino allo scorso febbraio, il salone della pelletteria si teneva al piano superiore dei padiglioni di Rho Fiera) per offrire un percorso più comodo e lineare ai visitatori.
Nel nuovo consiglio di Aimpes e Mipel c’è anche Roberto Briccola che torna al timone del salone della pelletteria dopo 10 anni: “Sono sicuro che quest’anno si respirerà una nuova aria: grazie a Ice che ha messo a nostra disposizione risorse importanti, miglioreremo gli allestimenti, i percorsi e la proposta. Sono lontani i tempi in cui accettavamo chiunque pur di riempire i padiglioni. La parola d’ordine, quest’anno, sarà selezione”.
Di Caterina Zanzi