A Firenze il childrenswear ritrova positività. Migliorano i dati del settore, un po’ meno quelli della fiera (stabili). L’ottimismo spinge il retail e le nuove partnership.
Pitti Bimbo, la manifestazione fiorentina per la moda in taglie mini, ha festeggiato l’edizione numero 81 (il quarantennale) con voglia di positività. La kermesse, andata in scena dal 25 al 27 giugno in Fortezza da Basso, ha visto protagoniste 446 collezioni, di cui 207 provenienti dall’estero. Alla tre giorni hanno preso parte 5.600 buyer (2.400 esteri) per un totale di 10mila visitatori, confermando i numeri della scorsa edizione estiva. Numeri in tenuta per il fronte italiano, mentre sono risultati in crescita i buyer da Spagna (+15%), Francia (+12%), Belgio (+8%) e dai Paesi asiatici e mediorientali. Crollano invece le presenze dalla Russia (-30%), mentre si riprende l’Ucraina (+38%). Il leitmotiv tra gli stand è stato un mix di energia e positività, fomentato dai dati sul settore elaborati da Sistema Moda Italia (Smi). Nel 2014, il fatturato della moda junior ha invertito il trend ed è cresciuto del 2,4%, oltrepassando i 2,64 miliardi euro. L’export viene stimato in aumento del 7,7% avvicinandosi alla soglia del miliardo di euro. Nel 2014, la Russia si è confermata primo mercato di sbocco per l’abbigliamento bebè, pur segnando una flessione del 6,6%, mentre le vendite dirette verso Svizzera, Spagna e Germania hanno registrato un ritmo di incremento intorno al 30% così come, a livelli più contenuti, quelle verso gli Emirati Arabi. Anche Francia e Regno Unito sono cresciuti, rispettivamente del 5,7 e del 9,1 per cento. Nei tre mesi del 2015, l’export è cresciuto del 6,9% in Spagna, Regno Unito e Germania mentre si sono rilevate forti perdite anche in Russia. Al di là di questi primi dati, Smi stima per il settore una prosecuzione del trend favorevole anche nel 2015. Forti di questi numeri, le aziende childrenswear possono bene sperare tanto da aver investito soprattutto nello sviluppo retail.
OPENING SCACCIACRISI
Per Mafrat il 2015 è tutto all’insegna degli opening. L’azienda di Putignano (Ba) è arrivata a quota 51 aperture di negozi a marchio Quore dove trovano spazio le collezioni di abbigliamento bambino che il gruppo produce e distribuisce dal 1945, tra cui Ferrari Junior, Laura Biagiotti Dolls, Gf Ferrè, Billionaire, Bebebò e My Collection. “Puntiamo a raggiungere 60 store in Italia entro fine anno e quota 100 a fine 2016”, hanno detto dall’azienda. La rete dei negozi della realtà pugliese, che ha chiuso il 2014 intorno ai 30 milioni di euro, comprende anche due store all’estero, a Baku e Dubai. Sviluppo retail, con focus estero, anche per Simonetta. L’azienda di Jesi (An) prosegue nel suo piano di espansione internazionale con una serie di opening. “Nel 2015 – ha detto il direttore generale, Giuseppe Rossi – verranno aperti circa una decina di punti vendita all’estero che copre circa il 75% del fatturato che nel 2014 ammontava a circa 45 milioni di euro. L’espansione si concentra soprattutto in Asia e Medio Oriente con una discreta ripresa sul mercato russo e buoni segnali che ci arrivano dal Brasile”. C’è chi, invece, punta anche al mercato italiano come Vingino. Il marchio olandese di kidswear, dopo l’apertura del primo store italiano a Rimini, sbarcherà anche a Roma e Bologna. “Il brand – ha spiegato il sales director, Elia Guidi – è alla sua quinta stagione sul mercato italiano e conta una distribuzione in oltre 500 multimarca nel Belpaese per un totale di circa 2.500 clienti worldwide”.
GRIFFE FORMATO MINI
Novità anche per i brand da adulto che sviluppano una linea bambino. A partire da Manila Grace che è tornata a Pitti Bimbo con la prima collezione in taglie mini realizzata internamente all’azienda. La griffe carpigiana ha riportato in house la linea per femminucce da 4 a 16 anni. “Abbiamo fatto questa scelta – ha detto Maurizio Setti, presidente e CEO del Gruppo Antress Industry cui fa capo il marchio Manila Grace – per creare più similitudini possibili con la linea donna”. Torna a Pitti Bimbo anche Mauro Grifoni con la sua linea junior che copre oggi circa il 6% del fatturato totale dell’azienda che per il 2015 è stimato intorno ai 26 milioni. “La nostra linea bambino – ha commentato il brand manager, Fabio Ferrio – è una vera e propria chicca, una linea rigorosamente made in Italy per maschietti e femminucce da 2 a 16 anni che segue l’imprinting di quella da adulto. L’obiettivo è quello di arrivare a coprire il 10% del fatturato in un paio di anni”.

DEBUTTI E NUOVE PARTNERSHIP
Diverse le licenze da segnalare. La linea Miss Blumarine è passata ad Altana, con l’obiettivo di conquistare Russia, Medio ed Estremo Oriente. Ermanno Scervino Junior e Quis Quis sono state affidate in licenza a Spazio Sei Fashion Group. Mentre Au Jour Le Jour Petits ha lanciato la sua prima linea (2-14 anni) in partnership con Ucw Unique Children Wear di proprietà di Claudio Orrea (Patrizia Pepe, Tessilform) e Maurizio Pizzuti (Zeis Excelsa SpA), che è già al comando di altre linee kidswear come quelle di Patrizia Pepe e Dirk Bikkembergs, oltre a Marcelo Burlon Kids of Milan. Un esordio a Pitti Bimbo anche per la linea kids di Karl Lagerfeld, realizzata in collaborazione con il gruppo francese Cwf.
di Rossana Cuoccio