Il libro, edito da Deleyva Editore, analizza il ruolo svolto dagli Stati Uniti nella genesi della moda italiana. Il settore tessile fu l’unico comparto industriale rimasto indenne in Italia al temine della seconda guerra mondiale, e divenne il beneficiario privilegiato del piano di investimento americano Marshall. L’apporto di nuove metodologie e tecnologie di produzione in serie applicate all’industria, insieme all’apertura di un grande mercato di consumo, costituirono il ruolo chiave degli Usa nello sviluppo del tessile e della moda italiana.
Secondo l’autrice Nicola White, lo stile italiano della moda realizzò la sua identità esprimendo soprattutto la domanda di mercato della classe media americana. Le collezioni italiane, da Pucci alle Sorelle Fontana, Ferragamo e Max Mara permisero sia l’esplosione del fenomeno della moda italiana in America, sia la rappresentazione dell’ideale dell’italianità nell’immaginario collettivo dei cittadini statunitensi, in cui l’Italia divenne la meta privilegiata di un viaggio sentimentale verso l’arte, la cultura e i luoghi ameni turistici.
Il 12 febbraio 1951 la grande esposizione della moda e del tessile organizzata da Giovanni Battista Giorgini a Firenze, segnò la nascita della moda italiana, e liberò lo stile italiano dalla sudditanza della moda di Parigi.