
Lindsey, Joan, Cara, Doutzen, Karlie. Vi dicono qualcosa questi nomi?
Riproviamo: Claudia, Cindy, Naomi, Linda, Kate. Dopo oltre vent’anni basta citare solo il nome per visualizzare volti scolpiti indelebilmente nella memoria collettiva. Le famose top model degli anni ’90 sono tornate più in forma che mai per vivacizzare passerelle e campagne pubblicitarie. Dove, oggi, spopola l’anonimato in forma (forma?) di ragazzine povere di sex appeal. Pur proliferando da diverse stagioni sulle copertine di numerose riviste patinate, infatti, chi saprebbe distinguere Karlie Kloss da Lindsey Wixon? Forse stilisti, fotografi, stylist, make up artist e qualche fashion victim, ma, al di fuori degli addetti ai lavori, non c’è modella che sia riuscita a rendersi riconoscibile come la veterana Gisele Bundchen.

Le aziende del settore sono corse ai ripari richiamando alcune storiche indossatrici da affiancare alle nuove leve nel tentativo di riaccendere l’attenzione del grande pubblico.
Durante le ultime stagioni si è assistito a un vero e proprio revival dei tempi d’oro. Naomi Campbell (44 anni) ha sfilato per Atelier Versace, Diane Von Furstenberg ed Emilio Pucci; Amber Valletta (40) per Lanvin; Gisele (34) per Chanel; Linda Evangelista (49) compare nello shooting di Steven Maisel per Moschino (insieme a Stella Tennant, 43) ed è testimonial della nuova linea skincare Dolce&Gabbana, mentre Claudia Schiffer (44) è stata scelta come volto della campagna pubblicitaria per la collezione autunno-inverno 2014; Heidi Klum (41) era in front row da Versace; Nadège (46) da Roberto Cavalli. Smessi i panni di first lady, Carla Bruni (46) è stata subito opzionata da Bulgari; Milla Jovovich (38) è brand ambassador Marella (Max Mara Fashion Group); Christy Turlington (45) è sulla cover del magazine Porter di proprietà del colosso e-commerce Net-a-porter. Dopo sei anni di assenza dalle scene qualche settimana fa Miuccia Prada ha riportato in passerella l’australiana Gemma Ward, onnipresente negli anni duemila.
E poi c’è Kate Moss che, a differenza delle altre, non se n’è mai andata collezionando dozzine di contratti all’anno: Burberry, Stella McCartney, David Yurman, Rimmel e Alexander McQueen solo nel 2014.

Elevate a icone di stile da Gianni Versace negli anni 90 e celebrate dal memorabile videoclip Freedom di George Michael, in quel periodo la Evangelista rilasciò la dichiarazione shock “we don’t wake up for less than $ 10.000 a day”. Probabilmente il motivo per cui Claudia&co sono riuscite a mantenere alte le proprie quotazioni deriva anche dalla capacità di diversificare i loro campi d’azione. Non più solo top model, ma anche vere e proprie imprenditrici di se stesse: Cindy Crawford ha saputo convincere gli amanti del fitness ad acquistare i suoi video di aerobica, Elle Macpherson si è reinventata stilista di lingerie con tanto di shop on line, Iman ha lanciato con successo una linea di make up, Heidi Klum firma scarpe e profumi (oltre a presentare il reality Project Runway). Gambe da urlo, ma anche tanto cervello per ragazze che hanno saputo sfruttare la visibilità data dalle passerelle per diventare business woman rifiutando di sottostare alle scadenze anagrafiche della moda.

È quindi comprensibile che gli stilisti preferiscano affidare la promozione delle proprie creazioni a donne che non hanno solo realizzato il famoso sogno nel cassetto, ma invogliano milioni di giovani clienti a credere nei propri. Forse qualche adolescente potrà ambire a diventare la prossima Cara Delevingne (salita agli albori delle cronache grazie alle folte sopracciglia), ma tra qualche anno capirà che camminare su una passerella disdicendo l’appuntamento dall’estetista non basterà a colmare le sue ambizioni. Anche la vita privata gioca un ruolo decisivo; le top model avranno anche passato gli “anta” ma riescono ancora ad appassionare il pubblico grazie a love story travagliate (Naomi docet), scandali mediatici (vedi alla voce Kate Moss) o tranquille situazioni familiari in cui riconoscersi (Claudia Schiffer moglie e madre da oltre dieci anni).
Proprio come Liz, Marilyn e Audrey. Dive senza cognome.