Il nome ai più dirà poco, tuttavia Jack Ma, il fondatore di Alibaba, è l’alter ego di Steve Jobs. Profilo basso, look informale e animo profondamente rock. La Cina lo adora, mezzo mondo (tra cui eBay) decisamente no. Come Jobs, ha rivoluzionato il mondo partendo dal basso (in questo caso un piccolo appartamento), pochi fondi e una buona dose di fallimenti iniziali. Se Mr. Apple è riuscito a cambiare la visione e la percezione degli oggetti tecnologici facendo diventare milioni di persone totalmente bisognose di qualsiasi ritrovato hi-tech brandizzato dalla mela, Ma ha stravolto quella del commercio in Cina traghettando l’ex Celeste Impero verso un luminoso futuro 2.0. Anche Wall Street lo ama. La sua Ipo ha superato quella di Facebook con buona pace di Mark Zuckerberg che – chissà – si sentirà ora più vicino alle posizioni di eBay. E c’è da stare certi che Ma avrà festeggiato il rintocco della Borsa a suo modo: poco sfarzo e un sorriso da rivalsa. D’altra parte, se Jobs amava invitare a essere affamati (di conoscenza, di esperienza, di vita), la filosofia di Ma è di tutt’altro genere. Mr Crocodile aspetta con pazienza che il suo nemico arrivi sul fiume Yangtze. E come un coccodrillo, al momento giusto sferra l’attacco letale.
In Cina il suo personaggio è quasi una leggenda e la sua storia ha i contorni sfumati del mito. Nonostante sia un ottimo oratore, come molti cinesi, Jack Ma non ama parlare all’esterno del suo team. Uno stralcio sulla sua vita e sul suo passato l’ha dato Porter Erisman, manager della prima era di Alibaba poi diventato filmaker, che nel suo lungometraggio Crocodile in the Yangtze ha raccontato le origini del fenomeno. La sfida di Jack Ma inizia quasi vent’anni fa. Niente ai tempi lasciava presupporre la sua genialità. Nei primi anni Novanta, dopo aver fallito per due volte il test d’ingresso all’università di Hangzhou, diventa insegnante di inglese, la sua passione. Si dice perfino che sia stato respinto da Harvard fallendo per ben dieci volte l’ammissione e che non sia riuscito a ottenere il posto di segretario del direttore generale di Kentucky Fried Chicken. Nonostante tutto ciò, Jack Ma non ha desistito. Nel 1995 partì per Seattle e lì scoprì internet. Digitando però nel motore di ricerca la parola “Cina” non trovò nulla. Nessun risultato. Così, una volta tornato a Hangzhou decise di immolarsi alla causa del web in Cina, territorio vergine. Lanciò un elenco telefonico online chiamato China Pages, ma Internet non era nelle sue corde (non ancora) e soprattutto non era in quelle dei cinesi e il progetto non ebbe lunga vita. Poco dopo, lavorando al ministero per il Commercio estero, conobbe Jerry Yang. Incontro più che utile per Ma: Yang è il fondatore di Yahoo e diversi anni dopo, proprio Yahoo diventò azionista con il 40% versando un miliardo di dollari cash.
La nascita di Alibaba avvenne di lì a poco. Nel 1999, insieme a 17 amici riuniti in casa sua, Ma lanciò un nuovo strumento per il commercio in Cina e lo chiamò Alibaba nella speranza che il business potesse aprire le porte al mondo intero. L’idea era quella di aiutare piccole imprese locali a vendere i loro prodotti online. In pratica un sito B2B che però ebbe subito successo perché, a differenza dei competitor, Ma riuscì a modularlo in base alle caratteristiche e alle esigenze del mercato asiatico. Ad Alibaba seguì poi Taobao, l’Amazon cinese che stravolse il commercio online al dettaglio, poi Alipay, il sistema di pagamento online con cui Ma affossò eBay con il suo PayPal, ed infine Yu’E Bao, il servizio di deposito online che sta scardinando anche i servizi finanziari nel Paese. Alibaba ha un utile di circa 10 miliardi di dollari, su oltre 170 miliardi di fatturato ed è un colosso che ormai conta qualcosa come 500 milioni di clienti, ma non è nulla che possa essere paragonato ai big dell’online a stelle e strisce.
La chiave di tutto è Ma. Nonostante un anno fa abbia deciso di fare un passo indietro abbandonando la carica di CEO per ricoprire solo quella di presidente, tutto è ancora permeato dalla sua visione e dai suoi hobby. Ama il kung fu, perciò i dipendenti Alibaba, o “Alipeople“, come vengono chiamati, si chiamano l’un l’altro con soprannomi tratti dai personaggi dei romanzi di arti marziali. Per esempio, Ma è “Feng Qingyang”, uno spadaccino imprevedibile e aggressivo. Ambientalista convinto, ha assunto il comando delle operazioni in Cina dell’associazione verde americana The Nature Conservancy e ha fondato un’istituzione filantropica. Chi lo segue – e lo conosce – lo chiama anche Crazy Jack. Non è da tutti presentarsi con cresta punk rock e anello al naso per cantare davanti a una folla di oltre 40mila persone per cantare la canzone del Re Leone. Jack Ma l’ha fatto. E ha benedetto centinaia di sposi nel corso della convention di Alibaba. A settembre ha compiuto cinquant’anni. Metà santone metà genio del marketing, sembra aver raggiunto in pochi anni tutti i suoi obiettivi prefissati. Cosa farà allora nei prossimi decenni? Crazy Jack non l’ha mai svelato o quanto meno non in pubblico, ma di sicuro sentiremo parlare di lui ancora per molto tempo.