Vendite record per Christie’s che ha archiviato il primo semestre dell’anno con segno più, rimarcando un trend decisamente positivo per il settore dell’arte.
La storica casa d’aste fondata nella capitale britannica nel 1766, tra gennaio e giugno, ha annunciato un rialzo delle vendite del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un incasso totale che ha sfiorato i 4,5 miliardi di dollari.
Risultati mai visti prima d’ora, e trainati soprattutto dai dipinti e dalle sculture del post-war e dell’arte contemporanea. A guidare una buona parte degli incassi semestrali, secondo Steven Murphy, amministratore delegato della casa londinese, anche l’afflusso di nuovi acquirenti. Tra questi, molti sono giovani ricchi provenienti dall’Asia con l’intenzione di espandere le proprie collezioni.
Notevole la spinta delle “private sales”, cioè le vendite di oggetti non battuti all’asta (ed esposti nelle vetrine di Christie’s), che, con un fatturato pari a 828 milioni di dollari, sono aumentate del 16 per cento.
E intanto si avvia a decadere il mito dell’asta come appannaggio di un’elite. Infatti, accelera il segmento online che, rispetto al 2013, ha raddoppiato gli incassi. Gli acquirenti virtuali della casa di proprietà del magnate francese François Pinault, costituiscono ora il 24% del totale.
Tra le piazze più importanti, geograficamente, spicca New York con una crescita del 31% sul 2013. Seguita dall’Europa, con un più 22 per cento. Segno meno solo per l’Asia che ha mosso qualche passo indietro rispetto al 2013, in declino di 8 punti percentuali.