La moda sostenibile si fa in Patagonia. Stella McCartney, considerata una delle pioniere del concetto di green fashion, ha infatti siglato un patto con l’organizzazione The nature conservancy, l’organizzazione leader a livello mondiale nella tutela dell’ambiente, e con Ovis XXI, un network di oltre 160 allevatori tra Argentina (il quinto produttore mondiale di lana), Uruguay e Cile, impegnati nella salvaguardia delle praterie della Patagonia, distrutte da anni di eccessivo sfruttamento per i pascoli.
Il risultato è una linea di maglieria realizzata anche con questa lana, che fa parte della collezione autunno/inverno 2014. Come si legge sul blog del New York Times, la stilista ha spiegato: “Concentrarsi su una materia prima e non su un tessuto specifico, consente la massima flessibilità di progettazione. Sono orgogliosa di far comprendere al settore fino a dove può arrivare la sostenibilità”.
Nonostante la designer porti avanti la propria causa come caratteristica originaria del proprio brand, recentemente ha dovuto ammettere che una linea di moda non può essere eco-friendly al 100 per cento. Un marchio ecologico non ha vita facile, come ha spiegato la designer in occasione del FT Business of Luxury Summit 2014 di Mexico City, e deve impegnarsi su più fronti, dalla ricerca di fornitori coerenti per i tessuti allo studio di trattamenti particolari per la produzione. “Per essere sostenibili e responsabili nel mondo – ha dichiarato McCartney – lo sforzo deve essere continuo. La cosa triste per l’industria della moda è che le cose vanno e vengono: una stagione la pelliccia va, l’anno dopo non va più”.