Il fast fashion potrebbe avere presto un concorrente di riguardo. Si tratta di Cross Company, uno dei retailer di abbigliamento più importanti in Giappone, che entro il prossimo autunno, secondo quanto riporta Business of Fashion, lancerà una nuova catena di negozi nel Paese, negli Stati Uniti e in Europa. Non una catena qualsiasi, però, ma una serie di negozi a forte impronta etica, le cui istanze possano riscuotere un forte successo a fronte delle preoccupazioni per l’impatto ambientale del modello di business del fast fashion e le condizioni di lavori degli operai delle aziende tessili. Entro il 2016, secondo quanto riportato dalla società di consulenza JapanConsuming, la nuova catena intende lavorare affinché il 100% della propria produzione sia sostenibile ed etica.
Il nuovo retailer, che offrirà sia abbigliamento donna sia uomo, intende generare mille miliardi di yen (all’incirca, 7 miliardi di euro) di vendite all’anno, più o meno la stessa quota di Uniqlo. L’obiettivo è mastodontico, anche in considerazione del fatto che la stessa Cross Company arriverà nel 2013 a fatturare ‘soltanto’ 100 miliardi di yen con i suoi marchi, tra i quali Earth, Music & Ecology, E Hyphen World Gallery, Green Parks e Sevendays=Sunday.
Al di là degli obiettivi finanziari ambiziosi, Cross Company lo scorso anno ha ridotto i propri fornitori (da 400 a 100) allo scopo di monitorare meglio i prodotti e fornire indicazioni più precise circa la produzione di ogni singolo capo e la loro impronta ecologica. Anche gli store saranno disegnati per minimizzare il consumo di energia, grazie alle tecnologie Led e ai pannelli solari. Ma non basta: un occhio di riguardo verrà dato anche ai dipendenti. Cross Company è stata una delle prime aziende in Giappone a introdurre orari di lavoro flessibili per le donne con figli a carico. La guerra ‘etica’ al fast fashion è solo agli inizi.