Il colosso del lusso Kering ha fatto sapere ieri con una nota che l’utile netto nel 2013 “sarà significativamente più basso rispetto al 2012”. Questo a causa di “oneri straordinari (principalmente non cash) legati a Puma”, oltre che al protrarsi del processo di cessione La Redoute. La settimana scorsa, il marchio tedesco di activewear di proprietà del gruppo transalpino aveva già abbassato le stime per l’utile 2013.
Kering ha poi comunicato di stare esaminando le offerte ricevute per La Redoute, il suo business di vendite postali e online, e che “annuncerà presto la conclusione”. A prescindere dall’esito, la transazione sarà costosa per il gruppo e impatterà sul risultato netto, che è atteso essere “fortemente negativo al 31 dicembre 2013”. Il gruppo, si legge ancora nella nota, intende selezionare la migliore opzione “nell’interessa della società, dei suoi dipendenti e della regione in cui è basata”, e “continuerà il dialogo iniziato a giugno 2013 con i rappresentanti dei lavoratori”. Kering si trova infatti a far fronte anche a pressioni politiche e sindacali a causa della cessione di La Redoute, che ha circa 2,500 dipendenti nel nord della Francia, molti dei quali potrebbero essere tagliati dopo la vendita.