Il Gip del Tribunale di Milano Cristina Di Censo – dopo l’accordo tra i pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, titolari dell’inchiesta, e le difese – ha ratificato otto patteggiamenti a sei mesi, convertiti in una pena pecuniaria di 20.500 euro a testa, per un totale di 164mila euro, chiudendo (in parte) la vicenda giudiziaria per una presunta evasione fiscale scaturita dalla vendita di quote di Valentino Fashion Group. Il patteggiamento ha riguardato Vittorio Marzotto, Andrea Donà Dalle Rose, Isabella Donà Dalle Rose, Rosanna Donà Dalle Rose, Margherita Marzotto, Maria Rosaria Marzotto, Cristiana Marzotto e Ferdinando Businaro. La pena pecuniaria è stata triplicata in ragione della disponibilità economica dei soggetti coinvolti.
Il procedimento penale riguardava una presunta omessa dichiarazione dei redditi, accusa nata da una verifica fiscale fatta dall’Agenzia delle Entrate e relativa alla vendita del marchio Valentino Fashion Group da parte dei Marzotto e Dona’ Delle Rose, avvenuta nel 2008, al fondo Permira. Secondo l’accusa, con la vendita del brand sarebbe stata realizzata una plusvalenza di 200 milioni di euro, ottenuta in Lussemburgo (attraverso la società Icg) senza pagare tasse per circa 65 milioni di euro. Per questo, un anno fa erano stati sequestrati degli immobili tra cui una villa a Cortina e alcune case a Roma e altri beni per un valore di oltre 60 milioni. La cifra contestata poi, con la chiusura delle indagini ad aprile, sarebbe salita da 65 a 71 milioni di euro. Nell’ambito della stessa inchiesta i pm nei mesi scorsi hanno mandato a processo con citazione diretta (il processo deve ancora cominciare) Matteo Marzotto, uno dei soci della società Icg al centro dell’inchiesta, Diamante Marzotto, Bart Zech, amministratore della società, Pierre Kladni, presidente del cda, e l’immobiliarista Massimo Caputi.
Nei mesi scorsi i membri della famiglia Marzotto e gli amministratori del gruppo indagati avevano sanato la loro posizione con il Fisco versando all’Agenzia delle entrate 56 milioni di euro.