In 12 anni dalla sua fondazione, dall’International Talent Support (Its) sono passati 451 finalisti e 130 vincitori. Trieste, terra di mezzo per eccellenza che nella sua storia ha collegato l’Europa occidentale a quella centro-meridionale, nel week end di metà luglio dedicato ai talenti della moda ha connesso molto più che una fetta di Europa, raccogliendo giovani promesse del fashion da tutto il mondo.
Ad aggiudicarsi il premio principale, l’Its collection of the year, il sud coreano Han Chul Lee, che ha conquistato la giuria (e 15.000 euro con cui presentare alla prossima edizione, nelle vesti di giurato, una nuova collezione) con i suoi gentleman-gangster vestiti di pelle nera.
L’ambito Diesel Award, 25.000 euro e uno stage di sei mesi gomito a gomito con lo staff creativo del marchio, è andato a Xiao Li, premiata in passerella dal nuovo guru del brand veneto Nicola Formichetti. Lo stilista italo-giapponese, d’altra parte, aveva anticipato a pochi minuti dalla sfilata che a vincere sarebbe stata “una proposta accattivante, dalle tecniche mai viste prime”. Così è stato, visto che nella splendida cornice dell’ex Pescheria, la cinese ha consegnato agli occhi della giuria (da Carla Sozzani al curatore del Met Harold Koda, da Deanna Ferretti all’hunter Floriane de Sainte Pierre) una collezione dai colori pastello e dalle silhouette gonfie dell’anima di silicone. Un inno all’esplorazione nei materiali pur nell’accuratezza delle forme, in linea con il fil rouge dell’edizione, la goliardica (o forse serissima?) ricerca delle leggi alla base della creatività a cui i finalisti hanno risposto spiegando mirabilmente il loro talento e spingendolo ai confini della fisica.
“Quest’anno lo standard dei partecipanti in termini di innovazione e creatività era altissimo”, conferma Kei Kagami, designer consultant di Ykk e giurato per la sezione accessori. Il creativo giapponese è salito sul palco per incoronare Percy Lau, che ha disegnato niente meno che un paio di occhiali dotati di zip frontale, aggiudicandosi così i 10.000 euro offerti dal brand di accessori da chiusura con il Ykk Award. Da Swarovski a Swatch fino a Vogue, tutti i partner del concorso hanno dimostrato di voler premiare la creatività più pura.
Con un occhio al business che però, tiene a precisare Renzo Rosso, patron del gruppo Only The Brave, “è sostenuto dall’ispirazione, che se non ci fosse tramuterebbe la moda in una guerra dei prezzi”. Rosso è a fianco di Barbara Franchin, visionaria fondatrice del concorso, sin dall’anno della fondazione di Its. Dodici edizioni il cui successo è stato un crescendo, grazie alla passione di pochi nel mettere insieme i tanti. “Amo la mia città e amo l’idea di poter unire persone diverse che arrivano da Paesi diversi: la creatività è una delle poche cose che l’essere umano ha da esprimere”, dice l’ideatrice del concorso. Che, promette, continuerà come ha fatto finora a cercare portfolio “dal racconto denso, intimo, emozionante”, davanti ai quali, dice, “non smetto di piangere”.
Il successo di questa edizione lancia un faro potente sull’altissima qualità dei presenti ma anche sui grandi assenti: a partire dai creativi italiani, alias figli di un’istruzione italiana. Ma anche dei grandi sponsor del fashion nostrano, incapaci di fare squadra. “Mi hanno lasciato qui da solo”, lamenta Rosso, “mentre se avessimo sostenuto il progetto coralmente avremmo speso meno e raccolto di più”. La presenza tra gli sponsor e in giuria di Rosso, da pochi mesi nel consiglio direttivo della Camera nazionale della moda italiana, unita all’arrivo in città del suo presidente Mario Boselli rappresenta, però, un passo in avanti. “A partire dall’anno venturo”, spiega Boselli “vogliamo fare di più: all’interno della Camera ci sono nuove persone e nuove risorse che permetteranno di supportare i giovani come meritano”.
Per quest’anno, però, a sbancare il concorso sono stati ragazzi stranieri, studenti in larga parte provienenti dall’estremo Oriente e studenti delle migliori accademie creative inglesi, Royal College of Art su tutti.
Per la prossima edizione, nel rispetto del crescendo che ha sempre vissuto il concorso, si attendono nuove adesioni e, magari, la prova che il sistema formativo italiano sia ancora in grado di puntare sul talento.
di Caterina Zanzi