1 miliardo e mezzo. Questo l’importo netto che potenzialmente potrebbe guadagnare il fondo Permira dall’operazione effettuata nel 2007 sulla Valentino Fashion Group. Il gruppo con sede a Valdagno, infatti, che all’epoca era posseduto dalla famiglia Marzotto e dalla Finanziaria Canova, fu totalmente acquisito con un OPA a 35 € per azione. L’operazione costò a Permira circa 2,6 miliardi di €. Valentino Fashion Group, oltre al marchio Valentino e ad altri marchi minori (Lebole, MCS e la licenza M Missoni) aveva in pancia la quota di controllo della tedesca Hugo Boss, specificatamente il 78% delle azioni ordinarie e il 22% di quelle privilegiate. Permira nel 2007 promosse un’OPA anche su Hugo Boss, offrendo 44,33 € per le ordinarie e 43,45 € per le privilegiate.
I prezzi furono ritenuti bassi dal board della Hugo Boss che sconsigliò (saggiamente) agli azionisti di minoranza di aderire all’OPA. Boss è rimasta quotata e Permira rastrellò solo alcune azioni arrivando a detenere l’88% delle ordinarie e il 55% delle privilegiate. Questa limatura di partecipazioni costò al fondo inglese circa 600 milioni aggiuntivi per un costo totale dell’operazione di circa 3,2 miliardi. Tale ammontare per una un terzo (circa 1,1 miliardi) fu sborsato da Permira, i due terzi furono invece finanziati da un pool di banche (Mediobanca, Unicredit e Citigroup). La crisi dei subprime del 2009 ha fatto sì che il sistema quasi esplodesse poiché le banche avvertivano tensione sui debiti. Citigroup, esposta per circa 700 milioni, prima svalutò del 60% il proprio credito, poi lo stralciò a favore di circa 200 milioni versati da Permira. Il fondo inglese quindi, prima della cessione di Valentino, aveva speso circa 1,3 miliardi e si ritrovava con debiti per circa 1,5 miliardi. Ma veniamo ad oggi. Sui marchi in portafoglio è stato fatto un ottimo lavoro da parte dei manager e ne sono dimostrazione gli attuali valori di mercato. Con la cessione di Valentino il gruppo incassa 700 milioni di €.
Su Hugo Boss, nel frattempo, è stata perfezionata la conversione delle azioni privilegiate in ordinarie per cui oggi esiste una sola categoria di azioni di cui Permira detiene circa il 66%. Ai prezzi di venerdì (79€ per azione) il gruppo tedesco capitalizza circa 5,5 miliardi per cui la quota di Permira vale circa 3,6 miliardi. Se li sommiamo ai 700 milioni incassati da Valentino arriviamo a 4,3 miliardi. Se togliamo il debito ancora da saldare (approssimativamente 1,5 miliardi) calcoliamo quanto potrebbe essere il ricavato netto di Permira dall’operazione: uno sbalorditivo 2,8 miliardi di €. Se contiamo che Permira ne ha spesi “solo”1,3, possiamo stimare che la plusvalenza potenziale del fondo britannico sarebbe di circa 1,5 miliardi di €, ovvero più del doppio in 5 anni, per la gioia dei manager e degli azionisti del fondo.