La società di consulenza Pambianco Strategie di Impresa le ha selezionate dopo aver passato al setaccio i bilanci di ottocento aziende del lusso: stilata anche una graduatoria. Ma spesso l�ingresso a Piazza Affari è bocciato dagli stessi imprenditori
Bilanci in ordine, fatturato in costante crescita, focalizzazione sui segmenti più interessanti per il mercato e marchio riconoscibile. Sono i quattro elementi che accomunano le 80 aziende del settore moda e lusso selezionate da Pambianco tra le candidate alla quotazione in Borsa. La società di consulenza ha passato al setaccio i bilanci di 800 società italiane del settore, rilevando i casi di eccellenza, che nel medio periodo potrebbero valutare uno sbarco sui listini di Piazza Affari. Invertendo così un trend che vede le realtà della moda e del lusso generalmente restie ad aprirsi al mercato azionario.
Il modello adottato si basa su otto parametri: notorietà del marchio, crescita del fatturato, Ebitda medio nel triennio 2005-2007, dimensione, età dell�imprenditore, indebitamento, forza distributiva e fascia di mercato in cui opera. A ciascun parametro è stato attribuito un peso proporzionale alla sua importanza e a ogni azienda è stato assegnato un punteggio da 1 a 10. Il risultato vede primeggiare Dolce & Gabbana, davanti a Only the Brave (Diesel) e Liu Jo. Il podio è una conferma dell�analoga rilevazione effettuata un anno fa. Prada, Armani, Calzedonia, Morellato & Sector, Max Mara, Ermenegildo Zegna e Loro Piana completano la top ten. «Il nostro è uno studio condotto a bocce ferme, senza considerare l�andamento attuale dei mercati, né la propensione dei capi azienda a quotarsi in Borsa – premette Carlo Pambianco, presidente della società – L�indagine va pertanto presa come una bussola che consente di orientarsi meglio tra le realtà del settore. Una stima realistica sul numero delle aziende che si potrebbero quotare nei prossimi tre-cinque anni è, invece, abbastanza difficile da fare in questo particolare momento del mercato». Al di là della situazione congiunturale, molte di queste aziende hanno le carte in regola per quotarsi, pur non avendo mai preso in considerazione questa opportunità.
Lo sbarco in Borsa ha un impatto positivo anche sulle relazioni di business: «Le aziende quotate sono facilitate nei rapporti commerciali con partner e fornitori perché trasmettono un�immagine di maggiore trasparenza – commenta Paola Carboni, analista di Equita Sim specializzata nel settore moda – Il fatto di sottostare a rigide regole contabili è una garanzia di solidità anche per il mondo creditizio, che nelle fasi più difficili tende a selezionare con maggiore attenzione i soggetti da finanziare». Le società del settore sono interessanti anche per i piccoli risparmiatori: «Trattandosi di marchi conosciuti, è più facile per l�investitore retail seguire il loro business e capire in che direzione si muovono rispetto ad altri settori più ostici da comprendere», aggiunge Carboni. Simone Ragazzi, analista di Centrobanca del settore lusso, aggiunge altri elementi: «Le aziende del settore presentano generalmente margini elevati e una struttura finanziaria solida. Sono realtà capaci di generare flussi di cassa costanti nel tempo. Ma occorre fare attenzione perché si tratta di business ciclici, che risentono immediatamente dell�andamento positivo o negativo del contesto economico». Ragioni che spingono Ragazzi a predicare «prudenza soprattutto per il piccolo investitore che non ha la possibilità di seguire costantemente i mercati finanziari».
Estratto da: Affari&Finanza del 4-05-09, a cura di Pambiancoweek