Di pellicce, in passerella, se ne sono viste tante durante le ultime sfilate milanesi e parigine. Ed è stata una piccola iniezione di fiducia per il comparto della pellicceria, che ha chiuso il 2007 con un fatturato in leggera flessione rispetto al 2006.
Stando all'indagine annuale curata da Pambianco Strategie di Impresa per l'Associazione italiana pellicceria (Aip), nello scorso anno il valore wholesale del comparto è stato di 957 milioni di euro, di fatto stabile rispetto ai 955 del 2006, mentre il valore façon è calato del 3%, passando da 750 milioni a 725. Per il 2008, il valore wholesale dovrebbe arrivare a 960 milioni in euro, in lieve aumento sul 2007.
«Non sono particolarmente sorpreso dai dati della ricerca Pambianco, fatta su un campione rappresentativo del 75% delle aziende italiane di pellicceria, spiega Norberto Albertalli, presidente di Mifur, la fiera della pellicceria che si apre oggi a FieraMilanoCity. Da operatore del settore, rifletto da mesi sulla congiuntura che stiamo attraversando. La calda stagione invernale 2006-2007 ha avuto una forte ripercussione negativa sulle aziende più tradizionali del nostro comparto».
Il ruolo delle griffe è comunque cresciuto negli anni: ai marchi della moda nel 2oo6 era riconducibile un valore wholesale di 460 milioni, pari al 48% del totale, passato a 512 nel 2007, in crescita dell'11%. E per il 2008 è previsto un ulteriore aumento: le griffe “peseranno” per 532 milioni, pari al 55% del totale.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/03/08 a cura di Pambianconews