Bella, firmata, hi-tech e di design contemporaneo, con un pizzico di rustico chic. è la casa degli italiani di cultura media e medio-alta.
Ma chi si può permettere anche soltanto uno dei pezzi dei grandi produttori di mobili, luci e oggetti italiani? Almeno il 60-70% di quel campione di 3mila famiglie che Federmobili ha consultato di recente per la ricerca «I linguaggi del design», che analizza le scelte per l'abitazione e le intenzioni di acquisto.
Sino a un decennio fa l'arredamento delle case italiane era per il 60% circa di stile “classico”, finto antico, mentre ora questa tipologia è relegata al 30% e il resto è contemporaneo e di design. Oltre il 66% del campione della ricerca considera per il 44,7% il soggiorno come lo spazio più importante della casa, mentre il 23,5% assegna questo ruolo alla cucina. E crescono a due cifre proprio gli acquisti per questa stanza, per gli imbottiti e per le attrezzature tecniche di grande dimensione (mega-tv, mega-frigo, mega-cucine), possibilmente firmate.
Un'autentica rivoluzione, dovuta al fatto che una crescente e consistente quota delle famiglie, secondo la ricerca, considera la casa come uno spazio-teatro per sé e per gli ospiti, dove creare scenari di socialità attraverso il design dei marchi più prestigiosi e le nuove tecnologie. L'aumento delle spese per l'acquisto di mobili nel 2007 rispetto al 2006 è stato del 3,5% (13,8 miliardi di euro contro 13,4 miliardi, dati Findomestic), aumento legato soprattutto alla crescita del valore dello scontrino per alcune tipologie, quelle di design.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 8/03/08 a cura di Pambianconews