Quasi 70 mila addetti, pari al 9,8% di quelli impegnati nelle imprese milanesi. Un Pil complessivo che si attesta intorno agli 8,4 miliardi di euro, pari al 12,9% del prodotto interno lordo totale della città. I numeri della moda sono questi e la dicono lunga su quanto il mondo delle passerelle continui ad essere forza economica trainante a Milano.
La radiografia emerge da un'indagine che il Comune ha commissionato a Pambianco: nel novembre scorso, sono stati intervistati più di 120 operatori dei settori Moda e Design e di tutto il sistema collegato, alcuni imprenditori e osservatori milanesi. Inoltre sono stati raccolte e rielaborate le analisi dei dati di settore, i bilanci delle aziende, le statistiche nazionali e locali.
Il dato è chiaro. Tutte le imprese esistenti a Milano generano un Pil complessivo pari a 55 miliardi di euro, impiegando 688 mila addetti. La Moda si attesta ad un notevole 12.9% di questo Pil, apportando circa 5,1 miliardi di euro, con 40 mila addetti; il design arriva a 0,6 miliardi di euro e coinvolge 5 mila addetti; i servizi collegati e quelli che servono visitatori e compratori delle varie manifestazioni fieristiche aggiungono 2,7 miliardi di euro con 25 mila addetti.
Negli anni, il trend è sempre positivo. Dal 2000 a oggi, ad esempio, si è segnato un incremento del 23% sul Pil prodotto (da 2020 milioni di euro a 2660), e di un 7% degli addetti che hanno trovato lavoro in queste imprese. E tutto questo, a fronte di una stabilità o addirittura di un lieve calo delle stesse percentuali sul comparto nazionale.
L'indagine ribadisce che punto di forza del settore è la percezione diffusa di Milano come città della Moda e, negli ultimi anni, del design. Milano è considerata punto di riferimento nazionale e internazionale per le sfilate: per questo, però, deve reggere la concorrenza di altre capitali agguerritissime.
Estratto da Corriere della Sera del 08/02/08 a cura di Pambianconews