Dopo i segnali di recupero del 2006 anche quest'anno sono complessivamente positivi i risultati pre-consuntivo del sistema tessile-moda, che si avvia a chiudere il 2007 con un fatturato di 54,6 miliardi di euro (+3,3%). è quanto emerso ieri dall'assemblea straordinaria di Smi-Ati,che ha deciso alcune modifiche allo statuto, tra cui il nuovo nome Sistema moda Italia-Federazione tessile e moda (che sarà abbreviato in Smi) e la possibilità di accogliere altre associazioni del sistema moda.
Inoltre è stata annunciata l'apertura di una sede di rappresentanza a Shanghai, vista la crescente importanza della Cina non solo come piattaforma produttiva, ma come mercato di sbocco per le aziende italiane. La sede di Shanghai nasce dalla collaborazione con il ministero del Commercio internazionale e l'Ice, l'istituto per il commercio estero, ed è stata realizzata con il sostegno di IntesaSanpaolo, «una banca particolarmente impegnata a sostenere la proiezione internazionale delle imprese del sistema tessile-moda italiano», ha sottolineato Paolo Zegna (nella foto), presidente di Smi, aggiungendo che «la federazione ritiene fondamentale poter disporre di una persona espressamente dedicata al tessile-moda presso una delle sedi all'estero dell'Ice ritenuta strategica».
L'ufficio si occuperà di «monitoraggio del mercato, assistenza tecnica e pratica alle aziende italiane e controllo della contraffazione, cercando di aumentare i diversi momenti di scambio, incontro e collaborazione tra l'industria italiana e quella cinese».
Ma torniamo ai dati di settore: la crescita è stata trascinata dalle esportazioni (+5%) e in particolar modo dai prodotti finiti di abbigliamento, calzetteria e maglieria. «La seconda parte dell'anno, ha spiegato Zegna, è stata più difficile della prima, anche a causa della svalutazione di dollaro e yen». Trainanti restano i mercati emergenti, anche alla luce delle previsioni sui consumi di alta gamma. «Non tutte le nostre aziende producono lusso, ma visti i costi dovrebbero vendere i loro prodotti come tali e guardare a India, Cina, Russia e Medio Oriente, Paesi dove entro il 2015 le vendite cresceranno, rispettivamente del 13,11,7 e 6%».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/12/07 a cura di Pambianconews