Da Pianezza, 100 metri da Torino, a Botshani, Nord Est della Romania. Chilometri di tessuto dall'occidente all'oriente Europeo per produrre pantaloni. Dal '69 la Cover Manifatture di Pierangelo Fassino porta il più irrinunciabile dei capi maschili, il pantalone appunto, ai fruitori di tutta Italia.
Tutto inizia in questa fabbrica piemontese, messa su da Pierangelo quando intuisce che l'attività di commercio tessuti all'ingrosso del padre aveva un futuro incerto. Così come oggi, suo figlio Edoardo, 30 anni, intuendo che il pantalone «nudo e crudo», senza particolari valenze stilistiche è suscettibile di una concorrenza sfrenata, propone una nuova svolta creativa dando vita a un progetto rivoluzionario sul fronte estetico, PT010.
Una linea che, partendo dal tipico pantalone inglese militare, crea una commistione tra modelli classici e sportivi, giocando su dettagli, vestibilità e raffinatezze costruttive che stanno conquistando i punti vendita top italiani. Prodezze del made in Italy? Sì, concettualmente, perché la confezione è rumena.
Dalla metà degli anni '90, quando ancora Cover si concentrava sui normali pantaloni maschili e la decisione di delocalizzare era arrivata naturalmente. Non in Cina, bensì in Romania, perché come afferma Edoardo Fassino «per chi oltre al prezzo vuole mantenere una certa cultura di prodotto, l'alternativa è l'est europeo».
«In Romania abbiamo trovato un'azienda straordinaria per mentalità, tecnologia, maestranze, afferma fassino. All'inizio delocalizzavamo i capi di manifattura più complessa, perché quelli realizzati con operazioni semplici e di scarsa manualità restavano in Italia. Poi la parte confezione è stata spostata in blocco».
L'interesse per la fabbrica romena cresce in termini strategici, visto che Cover è passata da una partecipazione del 20% al doppio esatto e medita di incrementare ulteriormente la propria quota.
«Mandiamo là materie prime, accessori, modelli e i capi tornano per essere gestiti logisticamente dall'Italia», spiega l'imprenditore, che individua nel business un esempio lampante del «pensato in Italia» e realizzato altrove.
Con un imprinting qualitativo che, sulla nuova linea PT010 (un acronimo dato dalla P di pantaloni e dalla T di Torino, con un codice numerico che parte dall'1 in quanto «inizio» e posizione che il marchio aspira ad avere sul mercato), capitalizza l'esperienza della società rumena e dei suoi 400 dipendenti.
Estratto da CorrierEconomia del 30/10/07 a cura di Pambianconews