Sfiora i 700 milioni di euro il valore del merchandising, tra licenze e vendite in negozi e concessionarie, legato alle due case di motori che hanno vinto rispettivamente il mondiale di Formula 1 e il titolo iridato del Moto Gp: Ferrari e Ducati. Un business strettamente collegato all'immagine e al valore dei marchi, trainato dalle vittorie in pista.
Così dagli Stati Uniti alla Cina fino all'Arabia Saudita crescono le vendite di magliette, cappellini, spille, ma anche giocattoli e capi d'abbigliamento firmati Ferrari. Per un valore, generato dai fatturati dei licenziatari, che arriva a 600 milioni di euro l'anno; mentre le vendite dei negozi monomarca in franchising superano i 25 milioni di euro. Dodici (più tre di proprietà di Maranello) ai quali si aggiungono i due appena aperti a Barcellona e ad Al Khobar in Arabia Saudita e quello che sarà inaugurato a novembre ad Abu Dhabi. Prossime aperture: Mosca (entro il 2000, Singapore, Honolulu e Macao (nei primi mesi del 2008).
Discorso diverso per Ducati. «Le vendite dipendono molto dall'andamento delle corse che non è prevedibile», spiegano Giuseppe Ruggeri, responsabile del settore apparel (capi tecnici e sportswear) e Stefania Clapci, responsabile dell'area licensing. «E qualche volta i negozi arrivano in ritardo. Quest'anno alcuni punti vendita, per esempio, si sono preparati in anticipo allavittoria di Casey Stoner del Moto Gp ordinando prodotti che pensavano avrebbero potuto subire un'impennata di richieste».
La casa di moto bolognese distribuisce capi tecnici per motociclisti (dalle tute ai giubbini fino ai caschi) e sportswear nelle proprie concessionarie (e nei negozi monomarca di Tokyo, Bologna città e aeroporto e nell'outlet Castel Guelfo vicino Bologna) con un fatturato di 20 milioni di euro. Venti milioni che diventano 60 milioni di fatturato con le licenze, un progetto «creato per colpire non solo i ducatisti, ma anche i fan del marchio spiega Clapci, che adesso conta 40 licenze da Oakley per gli occhiali da sole a Puma, Binda fino a Chicco e Peg Perego per prodotti anche lontani dal nostro core business».
(Nella foto l'AD di Ducati, Gabriele Del Torchio).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 31/10/07 a cura di Pambianconews