La moda, quella bella e senza freni, tende a escludere: pochi la capiscono, e troppi non se la possono permettere. H&M è l'esatto contrario: l'Ikea dell'abbigliamento, offre qualcosa di comprensibile a ognuno. Sulla felice intuizione della moda democratica, lo svedese Erling Persson, il fondatore, ha costruito il successo di quello che, partito come un piccolo negozio di provincia nel 1947, è oggi una multinazionale presente ovunque.
La definitiva affermazione di H&M è avvenuta dai primi anni '90, e ne è in larga parte artefice la head designer Margareta van den Bosch, è lei che gira il mondo fiutando le ultime tendenze, che arruola giovani di talento nelle file della truppa e che decide cosa fare e dove andare.
Con il suo tocco da re Mida la signora fa lievitare di anno in anno i fatturati. Eppure, da brava scandinava, conserva integro un certo secco pragmatismo. Come dire, piedi per terra e testa tra le nuvole: la formula vincente.
�L'azienda s'è mossa in sintonia con i tempi. Quando sono arrivata, nel 1987, i progettisti interni erano sette, mentre oggi sono cento. Puntiamo molto più che in passato sulla creatività, e questo ci ripaga�, ha detto la stilista.
In relazione all'ìdea di collaborazione con i designer più famosi la stilista rivela: �L'idea di mettere H&M in dialogo con il fashion, del resto, è perfettamente in linea con la nostra convinzione che la moda non sia una questione di prezzo.
In questo senso, è una conferma del nostro Dna scandinavo. Si è cominciato con Karl Lagerfeld, quattro anni fa. Abbiamo lavorato poi con Stella McCartney, Viktor & Rolf e, adesso, Roberto Cavalli�.
E per il futuro sembra guardare ancora con molto interesse al lavoro degli stilisti italiani
Estratto da Luxury 24 del 30/10/07 a cura di Pambianoconews