Altro che recessione o crisi economica. Se c'è un settore che se la gode alla grande è quello della nautica da diporto, grazie a una crescita robusta e costante e ad aziende ai vertici delle classifiche internazionali per la qualità dei prodotti. Non si tratta di una forzata apologia dovuta all'entusiasmo per un evento, per quanto importante, come il 47� Salone Nautico Internazionale di Genova (che si svolge dal 6 al 14 ottobre), ma di una pura fotografia della situazione. La nautica da diporto, infatti, si conferma anno dopo anno una delle punte di diamante dell'industria italiana.
I dati? Eccoli: nel 2006 il valore della produzione delle imbarcazioni di unità da diporto è cresciuto del 18,3%, avvicinandosi ai 2,9 miliardi di euro, che diventano 4,1 miliardi (+13,5%) se si considera, oltre ai natanti, anche gli accessori e i motori.
I comparti in cui si suddivide il settore nautico, infatti, sono sostanzialmente quattro e comprendono rispettivamente le unità con motore entrobordo ed entro-fuoribordo (fatturato globale 2006 2,9 miliardi di euro, +21,4%), le unità a motore fuoribordo (121,4 milioni, +3,8%), le unità a vela (256,8 milioni, +9,7%) e le unità pneumatiche o gommoni (146,1 milioni di euro, +11,5%), senza contare gli accessori (1,4 miliardi, +11,1%). Gli occupati, poi, sono ormai oltre 20.000, che con l'indotto superano i 34.000. Se poi si vuole misurare i risultati dell'impegno italiano all'estero, anche qui le conferma positive si susseguono: oltre il 59% della produzione, infatti, si dirige al di fuori dei confini nazionali, per lo più verso Paesi europei (dell'Est e dell'Ovest), ma verso gli Stati Uniti e gli emirati del golfo Persico.
Ma è nella produzione di punta che l'eccellenza dei produttori del nostro Paese si supera. Il settore dei superyacht, infatti, ha visto crescere il numero di ordini a livello mondiale dai 688 del 2006 ai 777 dei primi mesi del 2007 e di questi ben 347 (il 45%!) erano italiani. Non solo, ma a livello di fatturato, sempre italiani sono cinque dei primi dieci costruttori mondiali (tra cui il gruppo Ferretti, Azimut e Perini), per una produzione che si concentra soprattutto su navi comprese tra i 90 e 120 piedi.
Estratto da Finanza&Mercati del 11/10/07 a cura di Pambianconews