«Il mio sogno è tornare alle sfilate di un tempo, quelle che si facevano negli atelier, con gli stilisti che spiegavano alle potenziali clienti e magari alle giornaliste i dettagli di ogni abito. C'era il tempo di vedere la collezione da vicino, di toccarla, di raccontarla. Oggi è tutto troppo veloce». Roberto Rimondi, che insieme all'inseparabile Tommaso Aquilano firma il marchio 6267 e da tre stagioni il prét-à-porter di Malo, ha ancora la capacità di sognare pur essendo un uomo molto concreto. «In realtà capisco perché le sfilate siano cambiate, fino a diventare l'evento mediatico che sono oggi, aggiunge. Indietro non si torna, però ci sono altri modi di recuperare le atmosfere di cui parlavo: uno di questi è andare in passerella in un luogo pieno di fascino come la New York Public Library».
Lunedì Malo ha sfilato per la seconda volta a Manhattan, con una collezione che va molto oltre la maglieria in cashmere: nato nel 1972, il marchio è stato acquistato nel 1999 dalla It Holding di Tonino Perna, che ha deciso di trasformarlo in un brand del prét-à-porter di lusso.
I ricavi di Malo nel 2006 hanno raggiunto 56 milioni di euro (su un fatturato complessivo di It Holding di 695,1 milioni) ma secondo Tonino Perna (nella foto), amministratore delegato del gruppo, ci sono ampi margini di crescita. «Il progetto che abbiamo per Malo è una grande sfida. New York ci è sembrata la città più adatta per lanciarla: qui ogni cosa è innovativa e i progetti creativi si legano spesso al mondo dell'arte, che per noi è un punto di riferimento costante, come dimostra ad esempio la collaborazione con la Biennale di Venezia. Ma anche la scelta di questa biblioteca, testimonia il legame tra moda e cultura, ma anche l'intrecciarsi di tradizioni e innovazioni, di passato e futuro».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/09/07 a cura di Pambianconews