Altro che Fiorentina, il club rilevato sulle soglie del fallimento nel 2002 e riportata, nel giro di pochi anni, nella parte alta della Serie A. Diego Della Valle con Dorint Holding, Diego Della Valle & C. Sapa, Di Vi Finanziaria Sapa, Ddv Partecipazioni srl, veicoli in parte di nazionalità lussemburghese e in parte italiana, ha organizzato una vera e propria squadra, di Champion League su Piazza Affari.
È riuscito a «sedersi» in gran parte dei salotti buoni della finanza: da Mediobanca (con lo 0,48% conferito al patto e facoltà ulteriore di acquisto fino al 2% circa) a Rcs Mediagroup (con il 4,34% conferito al patto e facoltà di salire al 5,05%) fino a Management & Capitali dei De Benedetti (dove ha il 3,03%) e al Fondo Charme (che controlla il 54% di Poltrona Frau) dei Montezemolo.
Diego Della Valle si è inoltre aggiudicato partecipazioni in molte etichette del made in Italy: al di là del 61,4% detenuto nel gioiello di famiglia, Tod's, è anche presente con il 20,2% in Marcolin (dove un'eguale quota è in mano ad Andrea della Valle), in Piaggio (con il 2% e un'opzione per salire al 5% e secondo alcuni rumor anche oltre) e infine in Bialetti, dove ha giocato d'anticipo assicurandosi il 10% del capitale effettivo dal collocamento.
Un muoversi a tutto campo tra marchi e griffe senza, però, sfruttare lo charme di Luca Cordero di Montezemolo (presidente di Confindustria e della Ferrari, dove Diego è consigliere). Preferendo, cioè, agire da solo o con il fratello Andrea. Eppure Montezemolo è alla guida di un vero e proprio private equity (Charme per l'appunto), con una forte presenza nel design del made in Italy. Un fondo a cui Diego Della Valle partecipa con una quota di poco inferiore al 10 per cento. Più di un indizio che tra i due, nonostante le dichiarazioni ufficiali, non scorra più buon sangue.
Estratto da Borsa&Finanza del 30/06/07 a cura di Pambianconews