Fa le cose in grande, la Regione Lombardia, che pochi giorni fa ha insediato il Comitato Lombardia per la Moda il quale potrà contare su un contributo cospicuo: fino a 25 milioni di euro all'anno per tre anni. Una cifra così importante da suscitare un ottimismo che non si vedeva da tempo, ma insieme da alimentare segrete perplessità, una specie di «troppo bello per essere vero». Come dice Mario Boselli (nella foto), presidente della Camera Nazionale della Moda che si è più volte scontrato con le strategie e gli annunci della politica: «Spero che non si tratti soltanto di buone intenzioni ma di un discorso serio e concreto che si possa realizzare senza i soliti tagli di bilancio. Mi accontenterei anche di un terzo della somma purché realmente impiegata».
A questa osservazione Giovanni Bozzetti, 40 anni, per cinque assessore alla Moda e Grandi Eventi al Comune di Milano nella seconda giunta Albertini e oggi presidente del neo-comitato (oltre che della società Infrastrutture Lombarde) risponde seccamente: «Le cifre delle quali disponiamo sono state messe a bilancio grazie all'intervento dell'assessore Massimo Corsaro, che nel gennaio scorso ha predisposto una legge regionale per la competitività cambiando radicalmente il modo di intendere i rapporti con il sistema imprenditoriale».
Composto al momento da sette membri tra i quali l'ambasciatore della moda Beppe Modenese, presidente onorario di CNMI, il comitato si sta muovendo con imprevista velocità per indicare i settori strategici sui quali far confluire le risorse. «La prima area d'intervento, spiega Bozzetti, è quella della ri-localizzazione: indurre a rientrare chi ha delocalizzato per recuperare posti di lavoro e competenze che riguardano l'intera filiera del tessile-abbigliamento. In questo senso intendiamo agire anche sulla formazione artigianale aiutando i lavoratori esperti a trasferire ai giovani le loro competenze per mantenere intatto un patrimonio di abilità e sapienza.
Un altro punto di criticità individuato è la lotta alla contraffazione sulla quale vogliamo sensibilizzare il cliente. Ma vogliamo sostenere anche il Made in Italy all'estero e dare il nostro supporto a manifestazioni fieristiche come Milano Unica, il salone del tessile che ha mostrato come fare sistema sia stato vincente».
Estratto da CorrierEconomia del 11/06/07 a cura di Pambianconews