Forse il record è di Prada che l'anno scorso ha aumentato l'utile netto del 63% sul 2005. Ma per molte griffe italiane i conti si sono chiusi con il vento in poppa, in particolare sul fronte della redditività: l'utile netto di Zegna ha fatto un balzo superiore al 20%, l'utile operativo di Armani è cresciuto del 19%, Valentino Fashion Group ha chiuso con un aumento del risultato netto che sfiora il 10%.
Versace ha finalmente recuperato il profitto riallineandosi così agli standard del settore, Bulgari ha raggiunto 134 milioni di utili, in crescita del 15,3%, il profitto di Aeffe è salito del 45% e anche It Holding ha chiuso i conti 2006 con un risultato operativo in aumento del 41%.
E quest'anno potrebbe andare ancora meglio. La crescita stimata dagli analisti per il settore è del 10-12%.
La spiegazione dei buoni risultati potrebbe essere che molte aziende hanno investito sulla rete di negozi gestiti direttamente, prendendosi un rischio nel caso di consumi in calo, ma con un grande vantaggio sulla redditività quando tirano.
Un'altra spiegazione potrebbe essere la ristrutturazione dei processi come afferma Massimo Ferretti, presidente di Aeffe: "Nel nostro caso abbiamo introdotto un organizzazione a isole , centralizzando alcune funzioni e lasciando massima indipendenza ai singoli marchi su tutti gli aspetti critici a livello stilistico. In questo modo abbiamo una struttura di costi fissi che ci consente di crescere senza aggravi e aumentando la marginalità".
Pertanto un orientamento alla crescita più che al controllo dei costi. L'unica minaccia per questo brillante contesto è rappresentata dal dollaro debole.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/05/07 a cura di Pambianconews