Hanno trattato per tutto il fine settimana e all'alba di ieri sembrava che l'accordo fosse stato trovato: Carlyle, il fondo americano che in Italia è guidato da Marco De Benedetti, compra Valentino Fashion Group. L'annuncio sembrava imminente e i titoli erano stati sospesi dalle contrattazioni in attesa di un comunicato della società. Ma poi la sospensione è stata prorogata per tutta la giornata e a tarda sera ancora niente di ufficiale era stato detto. Secondo alcuni è il semplice segno della «burocrazia» di operazioni così complesse, secondo altri è il segno, invece, del complicarsi della negoziazione. Oltre a Carlyle, infatti, l'altro fondo di private equity che da mesi è al lavoro sul dossier Valentino Fashion Group è Permira, che nella giornata di ieri avrebbe fatto un ulteriore rilancio. Insomma, sarebbe un duello tra i due fondi.
La cosa certa è che i due principali azionisti di Valentino Fashion Group hanno deciso di vendere. Oggetto della trattativa sono, infatti, sia il 29,9% posseduto dalla Icg che raggruppa i Donà Dalle Rose e una parte dei Marzotto, sia il 19,7% detenuto da Finanziaria Canova e Antonio Favrin, il presidente di Vfg.
Per effetto dell'acquisizione, Carlyle, se le indiscrezioni della serata saranno confermate, dovrà lanciare un'Opa (Offerta pubblica di acquisto) obbligatoria su Valentino Fashion Group e su Hugo Boss, la controllata tedesca che è il primo gruppo mondiale di abbigliamento maschile e che rappresenta l'asset più importante del Vfg.
Si tratta di un'operazione da alcuni miliardi di euro. Valentino Fashion Group capitalizza 2,6 miliardi di euro, Hugo Boss (di cui Vfg possiede il 50,9%) quasi 2 miliardi. Ieri mattina per l'ipotesi di accordo con Carlyle si parlava di un prezzo per azione di 34,5 euro, ma non si sa se ci siano stati ulteriori cambiamenti per effetto della contro-offerta di Permira.
Una fonte vicina alla trattativa spiegava ieri che la vendita è stata decisa per dotare il gruppo dei capitali e degli uomini necessari allo sviluppo: «Se si vuole essere uno dei player mondiali occorrono le risorse». Per Carlyle si tratta della prima acquisizione che porta la firma di Marco De Benedetti, entrato nel gruppo di private equity lo scorso novembre, dopo aver lasciato Tim.
Estratto da Corriere della Sera del 15/05/07 a cura di Pambianconews