L'intramontabile successo del jeans è legato soprattutto al selvaggio West, coi rudi cow boy che, intorno alla metà dell'Ottocento ne hanno fatto, insieme a cappello e camicia, l'indumento tipico che caratterizza più di ogni altro la lotta dell'uomo contro la natura. La sfida è stata recentemente raccolta da Marco Roveda e da sua moglie Simona, che però l'hanno indirizzata nella direzione opposta: usare i jeans per «riappacificarli» con la natura.
Non poteva essere diversamente per due imprenditori che hanno fatto dell'eco-compatibilità una bandiera (e anche un business). «People, planet, profit», questo il motto dei fondatori, nei primi anni Ottanta, della Fattoria Scaldasole, l'azienda che ha dato il via alla moda del biologico in Italia. I Roveda fondano, nel 2001, LifeGate cavalcando la rinascita del web, «per dimostrare che è possibile costruire un nuovo modello economico nel quale convivano profitti, rispetto per l'ambiente e attenzione per il sociale». Non solo Internet, comunque: LifeGate vuole essere un network a 360 gradi che, con 70mila associati e oltre 350mila persone che ogni mese visitano il portale, possa abbracciare tutte le branche dell'eco-compatibile. Dai media (radio e magazine) all'energia rinnovabile, passando per la medicina olistica e sostando nel LifeGate Café, locale di Milano dove tutto è biologico. Senza dimenticare, appunto, i jeans, gli ultimi nati nell'azienda, ormai diventata una Spa.
«Si tratta di capi in cotone coltivato con metodi biologici, senza l'ausilio di pesticidi o prodotti chimici», spiegano dalle parti della società, tenendo a precisare come «il 40% dei pesticidi presente sulla terra sia dovuto proprio alle piantagioni di cotone». Inutile però cercarli nei negozi: i LifeGate jeans sono venduti prevalentemente su Internet oppure in pochi punti vendita alternativi convenzionati.
Messa sul mercato a ottobre dell'anno scorso, l'insolita collezione consta di sette capi dai nomi decisamente insoliti e decisamente mistici: Kundalini, Tantra, Mantra, Om e Siddhi. Del resto, è la vocazione orientale a ispirare questa linea di jeans, tanto che il 5% dei proventi sarà utilizzato per finanziare un «progetto che diffonda consapevolezza». Di cosa si tratta? Quest'anno (ogni anno l'obiettivo è diverso) si tratta di sovvenzionare una collana di libri, cd e video a cura del Lama Tzong Khapa, centro buddhista tibetano di Pomaia, in provincia di Pisa, fondato nel 1977 dai lama (ovvero «guru», maestri spirituali) Thubten Yesce e Zopa Rinpoche.
Estratto da Finanza & Mercati del 24/04/07 a cura di Pambianconews