Ai grandi fondi d'investimento americani il lusso made in Italy piace. I maggiori gestori Usa, da American Century a Federated, da Blackrock a Janus, da Kingdom capital a Oppenheimer ieri hanno partecipato al road show newyorkese della Borsa italiana per incontrare i manager delle griffe italiane quotate, come Geox, Tod's e Valentino fashion group, o in via di quotazione come Ferragamo. Della ventina di investitori istituzionali presenti, circa la metà è già azionista e l'altra metà sta valutando che fare sui titoli di queste società. Le quali hanno mandato un chiaro messaggio: programmano una sostanziosa crescita del loro business e quindi dei loro profitti in America, che «resta una piazza fondamentale, rappresentando il 30-40% del mercato globale», come ha ricordato nel corso di un dibattito sulle «strategie delle italian brand» Maurizio Tamagnini, responsabile dell'investment banking in Italia di Merrill Lynch, la banca d'affari che ha fra l'altro portato in Borsa Geox e Tod's.
Valentino punta a raddoppiare a 400 milioni di dollari il volume d'affari Usa, che oggi è il 20% del totale, ha detto il Ceo Stefano Sassi, e per raggiungere l'obiettivo non esclude l'acquisizione di un marchio Usa. Ipotesi respinta invece dal direttore finanziario di Geox, Luciano Santel: «Abbiamo un approccio molto prudente sugli Usa, dove vendiamo ancora molto poco, solo il 3% del fatturato totale, ma vogliamo portare questa quota al 10%».
Il made in Italy fatto davvero in Italia è uno dei punti di forza su cui Tod's vuole far leva per aumentare la sua visibilità negli Usa, che dovrebbe crescere dall'11 al 18% del suo giro d'affari globale, ha detto il cfo Emilio Macellari. Mentre il nuovo ceo Michele Norsa, ha confermato che «per essere competitivi al massimo livello Ferragamo si quoterà in Borsa», senza rivelare quando.
Estratto da Corriere della Sera del 17/04/07 a cura di Pambianconews