Prima degli anni Sessanta era un acquisto per la vita, da tramandarsi di padre in figlio, poi venne il boom e l'orologio divenne un bene di consumo.
Sono oltre tre milioni e mezzo gli orologi venduti all'estero nel 2006 e a sorpresa sono in costante aumento anche le esportazioni verso la Svizzera (per 85 milioni di euro), in calo le importazioni per un valore complessivo annuo di oltre 847 milioni di euro.
Cinque anni fa esplosero le griffe di fascia bassa, oggi l'oro recupera terreno e l'Italia, leader nel mondo nella produzione di casse e cinturini in metallo prezioso, rimane il mercato di riferimento per l'orologeria di alto livello.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 30/03/07 a cura di Pambianconews