Sono abituati alla crescita a due cifre, Domenico Dolce e Stefano Gabbana (nella foto), e anche l'anno appena passato si presenta con una stima di chiusura da record: 25% di crescita al 31 marzo 2007, rispetto al fatturato consolidato di 809,5 milioni di euro del 31 marzo scorso. I due stilisti, che hanno festeggiato i vent'anni del marchio nel settembre 2005 con una super sfilata e una festa, sono inquieti. Perché il risultato economico conforta ma non basta. «L'abbiamo capito riguardando le vecchie collezioni e facendo il bilancio del nostro lavoro, spiega Domenico Dolce, eravamo scioccati: era passato tutto quel tempo, avevamo fatto tutto ciò che ci piaceva anche se era un azzardo e abbiamo pensato che era venuto il momento di ricominciare. Forse le nostre ultime collezioni sono state troppo commerciali, ci eravamo lasciati suggestionare dalla paura di vendere o non vendere in momenti critici. Adesso non ci importa più, vogliamo tornare a sperimentare, sostenere le idee che ci piacciono, anche se molto diverse dalle tendenze correnti».
Un esempio è lo stile spaziale proposto per la donna di questa estate, e ripreso per l'uomo del prossimo inverno, ispirato a “2001 Odissea nello spazio”. Uno sguardo al futuro che è stato frainteso e ha deluso chi fonda la propria sicurezza sulla riconoscibilità dei modelli del passato. «Chi rifiuta di rischiare, dice Stefano Gabbana, resta inchiodato e non si muove più. La paura è una cattiva consigliera e non bisogna ascoltarla».
I due designer si sono dati un'organizzazione segmentata e rigorosa, che prevede tre uscite a stagione prima della passerella per la donna, e due per l'uomo. È in questa fase, strettamente riservata ai buyer, che si realizza l'85% del fatturato. «La sfilata ha un'influenza relativa dal punto di vista economico, prosegue Gabbana, ma rappresenta la fase più complessa e creativa, dove riflettiamo, elaboriamo, cambiamo. Sono nati in questo momento i nostri trend più significativi, come i jeans strappati. Criticatissimi, ma poi copiati in tutto il mondo».
Estratto da CorrierEconomia del 19/02/07 a cura di Pambianconews