Nonostante le incertezze del settore moda (anche se l'orizzonte si sta rischiarando), il segmento dell'abbigliamento junior si conferma decisamente solido. Lo dimostrano i dati congiunturali contenuti nell'indagine del Centro studi di Sistema moda Italia per conto di Pitti Immagine, resi noti in occasione della 64° edizione di Pitti Bimbo, alla Fortezza da Basso di Firenze da oggi fino al 21 gennaio.
Le vendite nel 2006 sono cresciute dell'1,5%, e questo ha consentito al comparto di riportare il proprio giro d'affari annuale sopra i 2,5 miliardi (ai livelli del 2003). Si conferma la tendenza a strategie aziendali rivolte sempre più alla creazione di qualità (puntando su innovazione stilistica, comfort e manutenzione dei capi) e meno alla produzione di fascia medio bassa. Ma se queste scelte hanno avuto effetti positivi sui ricavi, hanno d'altra parte anche comportato un ridimensionamento della produzione, calata del 4,4°% a quota 1,8 miliardi.
Le esportazioni hanno messo a segno un balzo dell'8% grazie soprattutto al traino dei mercati extra-europei. L'offerta di prodotti made in Italy è infatti riuscita a differenziarsi anche nelle aree internazionali invase da prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo. In particolare, nel segmento “bebè”, i mercati più dinamici sono risultati la Russia (+62%), l'Ucraina (+83%) e il Giappone (+20%). Discrete le performance in ambito comunitario, dove Grecia, Spagna e Francia hanno garantito incrementi superiori al 20%. Risultato: l'export ha aumentato ulteriormente il peso sul fatturato del settore (26%). Bene per il terzo anno consecutivo anche i consumi interni (+2%).
Questa edizione di Pitti Bimbo vede in campo 374 aziende con 510 marchi, 188 dei quali esteri (36,9% del totale). Le new entry della rassegna fiorentina, anteprima internazionale di abbigliamento e accessori A/I, sono 61 e arrivano da ogni parte del mondo. Un anno fa, i compratori furono più di 10mila.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/01/07 a cura di Pambianconews