Per la rivista Forbes, che ha segnalato le residenze in vendita più lussuose al mondo, al primo posto c´è un´abitazione di 103 stanze nella periferia londinese. Segni particolari: cinque piscine, un pavimento a mosaico con inserimenti in oro a 24 carati, una grande sala cinematografica con 50 posti a sedere, una piattaforma per elicotteri, un viale di marmo riscaldato e una “panic room” dove rifugiarsi in caso di attacco. Il prezzo è di 122,2 milioni di dollari. Ma le case di lusso non sono sempre così fastose. Anzi. La tendenza, anche nei quartieri alti, sembra sia di un certo ritorno alla casa dolce casa. Anche lo sfarzo, insomma si fa più semplice. E, soprattutto, i proprietari vogliono essere in prima linea nella ristrutturazione. Non disdegnano, insomma, una visita nei negozi d´arredamento per scegliere le piastrelle del bagno o i rubinetti della cucina.
La casa deve essere un´autentica espressione del sé e del proprio modo di essere.
Soprattutto, di questi tempi, la dimora è personalizzata e si deve sentire maggiormente l´impronta del proprietario mentre è definitivamente tramontata l´idea del design victim che accetta tutto purché firmato. «La grande differenza rispetto agli anni 80 che vedevano l´interior design assoluto padrone della situazione è la maggiore libertà del consumatore finale», spiega Giulio Cappellini, noto personaggio del design italiano, attualmente art director del gruppo Poltrona Frau.
Il vero lusso, spesso, coincide con la nuova febbre dell´arte. Ultimamente l´arte è entrata nelle case in modo quasi violento e questo ha provocato una passione che sembra aver contagiato tutti e che, per forza di cose, fa ripensare gli arredi degli ambienti. Se prima il quadro era il tocco finale ora, al contrario, il salotto si costruisce intorno al quadro, per dargli più visibilità e importanza. Vince un modo di convivere con l´arte che, se le opere sono parecchie, arriva all´estremo di trasformare la casa in galleria.
Soprattutto la cucina subisce una rivoluzione: si sdoppia. «Da un lato, spiega l´architetto Piero Lissoni, c´è una cucina bella e da mostrare e dall'altro, ben nascosta, quella dove si producono realmente i manicaretti». Il nouveau riche predilige nella suddivisione degli ambienti con la zona ricevimento tirata a lucido e quella di servizio separata e di basso profilo. Il lusso stratificato e antico, invece, prevede una casa più personalizzata. In questo caso i padroni di casa che hanno molto tempo libero (la vera ricchezza di chi è benestante da generazioni) passano ore in cucina con gli amici e, in generale, gli ambienti sono meno imbalsamati.
Estratto da Affari & Finanza del 15/01/07 a cura di Pambianconews