E' una storia cominciata quasi per caso, o forse meglio, per passione. La scoperta di una passione condivisa: per l'arte, la musica in particolare e i suoi grandi interpreti, ma anche per il gusto della sfida. Che per la Ermenegildo Zegna è quella di “costruire” un abito che metta assieme stile e alta tecnologia in modo da adattarsi alle esigenze dei direttori d'orchestra. E nato così il «concert suit», l'abito da concerto: una giacca con collo “guru”, realizzata con tessuti esclusivi Zegna, tutti di lana, molto sofisticati, leggeri, elastici.
Dagli stabilimenti di Stabio, in Svizzera, oggi ne escono una cinquantina all'anno, ma ognuno ha una storia a sè. Perché ognuno è studiato apposta e tagliato su misura per chi lo deve indossare, tenendo conto anche di come dirige o suona, di quanto si muove o di quanto suda (la cosa non è di poco conto).
Come dice Valery Gergiev, il grande direttore russo, «quando dirigo è come se dovessi giocare una partita a tennis in abito da sera». Gergiev, artista e manager insieme, che ha contribuito al suecesso internazionale del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo è stato il primo cliente di Zegna. Anzi, tutto è cominciato proprio con lui. Racconta Anna Zegna, 49 anni, presidente della Fondazione Ermenegildo Zegna e image director del gruppo: «A metà degli anni 90 decidemmo di creare uno spettacolo con alcuni ginnasti per presentare la nuova collezione Zegna sport: restammo affascinati da come i ginnasti “giocavano” con i nostri vestiti. Il collegamento tra arti visive, moda e musica creò un'alchimia magica. In seguito ci chiesero di fare degli abiti di scena e cominciammo a studiare dei tessuti speciali, con materie prime naturali ma in grado di offrire un comfort particolare».
Poi la voce si diffonde. Dopo Gergiev è la volta del violoncellista Mstislav Rostropovich, quindi Placido Domingo , Vladimir Jurowsky, Gianandrea Noseda, Alexander Toradze, Huan Diego Flòres e tanti altri.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 2/12/06 a cura di Pambianconews