I grandi magazzini scoppiano di salute. Non c'è concorrente che tenga rispetto all'esperienza di shopping dei department store. A Londra, capitale internazionale insieme a New York dei department store, da Selfridges, di proprietà della famiglia Weston, le vetrine sono delle vere e proprie opere d'arte. Per non parlare di Harrods e Harvey Nichols, soprattutto in questo periodo, sotto Natale. Harrods, di proprietà di Mohamed Al Fayed, è il terzo “monumento” più visitato di Londra. Uno dei pochi posti al mondo dove si può trovare di tutto, come loro propagandano, “dall´ago all´elefante”. E in ogni momento, visto che la nuova regola è: tenere aperte le porte sette giorni su sette.
Il clima da sogno, in versione american dream, lo si ritrova da Bergdorf Goodman, a New York. Dalle enormi vetrine che si affacciano sulla Fifth Avenue e sulla 58esima Strada si possono intuire tutte le tendenze della stagione. L'ingresso è un tuffo nei gioielli e nei profumi. Se si esce di la anche solo avendo comprato un rossetto ci si sente parte della upper class americana. Le vetrine sono dei capolavori artistici. E la cura del cliente è ossessiva. Fanno sfilate private per i vip, edizioni limitate, liste di attesa per gli accessori più di tendenza. I department store si comportano con la logica del club privato. Sono un punto di riferimento per presentare i nuovi prodotti.
Grande fermento anche a Parigi. All´ombra della torre Eiffel cambiano protagonisti e situazioni. C´è chi investe nei department store e chi ne esce e fuori. La famiglia Pinault, a capo di PPR, sempre più interessata ai marchi del lusso e meno alla distribuzione, mentre si dice stia pensando di cedere Fnac, ha già ceduto i magazzini Printemps alla cordata formata da Pirelli Re, Deutche Bank e Investitori Associati insieme all´erede della famiglia fondatrice della Rinascente Maurizio Borletti. Mentre Bernard Arnauld, a capo di Lvmh, eterno rivale dei Pinault, si tiene ben stretto Sephora, grande magazzino della cosmesi e La Samaritane, in ristrutturazione. In attesa di vedere quali sono i progetti dei nuovi proprietari di Printemps, rimane il fatto che già adesso il grande magazzino francese è perfetto. Alle esperte di shopping piace soprattutto il primo piano, con il meglio del meglio, dai gioielli alle borse.
Questo il presente dei department store. Il futuro è in medio Oriente. La moda dei grandi magazzini del lusso ha contagiato tutto il Middle East. L'americano Sacks ha aperto a Riad. L'inglese Harvey Nichols è in grande crescita in quest´area. Ha la dimensione giusta: più di un grande negozio e meno di un classico grande magazzino. Ha messo una bandierina a Dubai e qualche giorno fa ha aperto a Istanbul. Aprirà anche ad Ankara e Izmir per arrivare sino all´Ucraina.
Corsa al grande magazzino anche in Italia. Grande attesa sulla Rinascente, in mano a Vittorio Radice, manager di lungo corso. Quella di Milano è in piena trasformazione insieme a quelle di Torino, Bergamo, Bari, Roma e Napoli. Alcuni department store stranieri ambirebbero ad aprire a Milano, dove però è difficile trovare l´immobile adatto e le complicazioni burocratiche sono sempre dietro l´angolo. Sembra che Harrods in procinto di approdare in “Galleria del Toro” ci abbia invece rinunciato per le troppe lungaggini di permessi e vincoli legate a quell´area. Mentre rimane un punto di domanda su chi andrà ad occupare gli immobili di San Babila, dove prima si trovata il garage Traversi e quelli di Corso Venezia dove sta per togliere le tende l´Upim.
Estratto da Affari & Finanza del 27/11/06 a cura di Pambianconews