Ha scelto l'opzione retail Heinz Krogner per aumentare la visibilità di Esprit in Italia. Secondo l'AD della società di abbigliamento tedesca sono principalmente due i vantaggi competitivi di cui usufruirà il brand sul mercato nazionale: in materia di prodotto, non esiste attualmente nessun competitor vero che si posizioni sul segmento casual, il fiore all'occhiello di Esprit. Catene come Zara, H&M, Benetton non sono ritenute pericolose.
«Le pratichiamo da più di vent'anni negli altri Paesi, le conosciamo bene», spiega Orazio Zapparrata, country manager di Esprit per l'Italia. L'altro vantaggio è la sua presenza sul mercato italiano. Per uno sviluppo commerciale rapido ed efficiente, infatti, il marchio si può appoggiare a una rete di retailer multimarca ben consolidata, con alle spalle una vecchia tradizione imprenditoriale.
A due anni dalla riapertura della filiale italiana di Esprit, sono già in 40, dispersi su tutto il territorio nazionale, i retailer che hanno scelto di distribuire il marchio. Con loro l'azienda intende intensificare il rapporto tanto da voler puntare sulla costituzione di una rete di cosiddetti partnership store, destinati a usufruire dello stesso trattamento dei punti vendita a gestione diretta (660 nel mondo): arredamento, consulenza architettonica o commerciale, attività di promozione sul punto vendita. A dare una spinta al marchio sul mercato italiano contribuiranno anche gli otto shop-in-store e i 231 identity corner (come quello che si trova all'interno del magazzino La Rinascente a Milano).
Con queste leve la società intende conquistare l'Italia dove chiuderà il 2006 con 36 milioni di euro di fatturato (+45%), ma l'obiettivo fra dieci anni è raggiungere i 500 milioni di euro. Anche grazie all'apertura di punti vendita monomarca di proprietà previsti nelle principali città nazionali nei prossimi cinque anni. Si comincia da Milano, dove nel 2007 verrà inaugurato il primo flagshipstore italiano.
Estratto da Economy del 24/11/06 a cura di Pambianconews