Continua a crescere il mercato del lusso, con performance che anche un uomo abituato a pesare le parole come il presidente-direttore generale di Ppr, François Henry Pinault definisce «eccellenti». Presentando i risultati a fine settembre del gruppo Gucci, ha annunciato un aumento del 19% «con un balzo verso l'alto del marchio Gucci in tutte le aree geografiche e praticamente in tutte le categorie di prodotti». Più generiche le informazioni sugli altri marchi (Bottega veneta, Yves Saint Lauren, Ysl Beauté). Mentre per la piccola costellazione di etichette minori, Balenciaga, Stella McCartney, Alexander McQueen, Sergio Rossi, si sottolinea l'eccellente accoglienza del mercato e «una crescita a due cifre».
Certo, di Sergio Rossi, celebre griffe dell'alta calzoleria made in Italy, si è sentito molto parlare negli ultimi tempi, a dimostrazione di una rinnovata vivacità e dell'intenzione di dare un respiro sempre più internazionale a questo brand. Italianissimo, con sede a San Mauro Pascoli in Romagna e acquisito dal gruppo Gucci al 70% nel '99 e per il restante 30% alla fine del 2005. Nel marzo dello stesso anno, a dirigere questa azienda che nel periodo di passaggio aveva sofferto per la presenza di troppi protagonisti, è arrivata Isabelle Guichot.
Alla fine di ottobre si è inaugurato al China World Center di Pechino un sofisticato negozio che richiama l'atmosfera di lussuose lounge e club privati, arredato con colori caldi e materiali preziosi. «È il primo di una rete che sarà diffusa ma ben ragionata e sostenuta dal potenziamento della linea maschile, essendo soprattutto gli uomini i clienti più interessati e curiosi. Come dimostra il successo di marchi fortemente caratterizzati al maschile, tipo Ferragamo e Zegna», spiega Isabelle Guichot alla sua prima intervista in Italia. «Ci aspettiamo buoni risultati anche dal negozio che inaugureremo a Londra e dalla riapertura della boutique di Firenze. Oggi abbiamo una rete di 49 negozi di cui una quindicina in franchising. Potenzieremo il Giappone e stiamo riflettendo anche su Parigi. Perché abbiamo raggiunto, mi sembra, una coerenza tra progetto, prodotto e immagine che funziona da volano».
Estratto da CorrierEconomia del 20/11/06 a cura di Pambianconews