Isaia, marchio made in Naples, sta seducendo i maschi newyorchesi con uno stile d'abbigliamento a metà strada tra classico e trendy. Isaia viene dalla tradizione sartoriale napoletana, ma la riedita con uno spirito decisamente meno conservatore. Una ricetta scritta qualche anno fa dall'azienda napoletana che proprio nel mercato americano ha trovato conferma della sua bontà. Gli Stati Uniti, negli ultimi due tre anni, sono diventati il loro mercato principale. Un vero successo considerato quanto sia difficile aprirsi un varco nello shopping del consumatore a stelle e strisce.
Da un anno si sono messi in pianta stabile con una società diretta, la Isaia Usa che guida tutte le attività distributive locali. «Siamo in America dal %u201898, ma abbiamo sofferto fino a tre anni fa, quando abbiamo trovato questa nuova identità che ci colloca a metà strada tra il classico sartoriale maschile e uno stile più di moda». A spiegarlo è Gianluca Isaia, che ha guidato la rimonta in questo mercato, a capo dell'azienda con gli altri quattro cugini. L'obiettivo è comportarsi esattamente come i grandi della moda: aprire negozi, realizzare una collezione completa di vestiti e accessori e fare una comunicazione più forte. Per sostenere il passaggio dimensionale stanno cercando nuove competenze manageriali. Alla testa della crescita asiatica ed europea hanno già collocato un direttore commerciale che viene dal gruppo Gucci.
Intanto, la nuova generazione dei quarantenni è riuscita a far crescere l'azienda con le vendite nel mercato statunitense, passando dai 13 milioni di euro di fatturato di due anni fa ai 20 milioni di quest'anno. Ma il cuore dell'attività rimane sempre a Casalnuovo, paesino nel napoletano, famoso per essere la terra dei sarti. Cinquant'anni fa, quando è nata l'azienda, ce n'erano 14 mila. Lì c'è il laboratorio dove Isaia cuce i propri vestiti, ma anche la top line di Valentino Uomo e il su misura di Loro Piana. Ma da Casalnuovo negli ultimi tre mesi sono arrivati a Mosca, Kiev e San Pietroburgo con dei negozi con la propria insegna. Con l'obiettivo di aprire a New York, Milano e Tokyo.
Estratto da Affari&Finanza del 6/11/06 a cura di Pambianconews