La parola d'ordine è innovare. Lasciato alle spalle un anno negativo, il 2005, l'industria tessile piemontese cerca di risalire la china. E se i dati congiunturali relativi al primo trimestre del 2006 parevano indicare, con quel +2%, un trend finalmente positivo, l'ennesima contrazione rilevata da Unioncamere nel periodo successivo, una secca flessione del 5,7%, sembra allungare i tempi di quell'inversione di tendenza auspicata dagli analisti.
Alcune aziende riescono a vincere puntando sulla qualità, ma il comparto stenta ancora a uscire dal periodo di crisi che lo caratterizza ormai da almeno un quadriennio, anche a causa dell'intensa concorrenza esercitata da alcuni Paesi emergenti, in testa Cina e India, specializzati soprattutto in questa tipologia merceologica.
Di fronte alla concorrenza si prospettano due opzioni: delocalizzare o localizzare. Il distretto biellese ha scelto la localizzazione, promuovendo un marchio comune che si fa garante di etica e qualità (Art of excellence).
In prima linea, tra le aziende del distretto si trovano la Vitale Barberis Canonico, con 80 milioni di fatturato; Basic.Net, che si attesta a 27,2 milioni di euro di risultato operativo netto; ma il vero colosso del settore è la Miroglio, un impero da più di 1 miliardo di euro.
Estratto da Il Mondo del 3/11/06 a cura di Pambianconews