Per Luca Cordero di Montezemolo la quotazione di Poltrona Frau, prevista per metà novembre, rappresenta una sfida personale. Il presidente di Confindustria (e di Charme investments, azionista di maggioranza di Frau) dovrà dimostrare sul campo che la sua campagna per l'affermazione mondiale del made in Italy può avere successo: l'esempio concreto è quello di una sua azienda che scommette appunto sui mercati globali e sulla gestione manageriale della creatività italiana. Con una promessa in più: inserire a pieno titolo i divani Frau, le sedie Cassina e Alias, i tavoli Cappellini e i mobili Thonet nella famiglia dei luxury goods.
Spetterà poi a Matteo Montezemolo (figlio di Luca e amministratore delegato di Montezemolo & partners, l'advisory company del fondo Charme, nonché vicepresidente di Poltrona Frau group) e a Giuliano Mosconi, amministratore delegato del gruppo Frau accanto al presidente Franco Mosconi, dimostrare che il trend di crescita degli ultimi anni continuerà. Anzi, si accentuerà seguendo un nuovo piano industriale triennale appena preparato: aumento del 15% annuo dei ricavi per arrivare a 370-400 milioni nel 2008, margine ebitda quasi raddoppiato al 15 % e 30-35 nuovi negozi monomarca.
Dopo la fase degli investimenti arriveranno i forti utili e un pay out del 30%, giustificando la politica di pricing adottata per il collocamento, con un rapporto tra enterprise value ed ebitda allineato con i prezzi di Borsa di Richemont, Tod's, Hermès e Bulgari. Il collocamento in Borsa infatti non è una scelta contingente ma rientra in una strategia di medio termine che prevedeva di costituire intorno a Poltrona Frau un polo del design di lusso, come poi è avvenuto con le acquisizioni successive. Montezemolo junior e Mosconi stanno confermando nel road show che Charme non si muove come altri fondi di private equity per valorizzare gli investimenti nell'ottica di una uscita a medio termine con le relative plusvalenze, ma intende gestire il polo del bello con una strategia stabile di crescita e di sviluppo.
Estratto da Il Mondo del 3/11/06 a cura di Pambianconews