Grandi manovre nel settore dell'abbigliamento sportivo. In campo Capitalia, Intesa e alcuni fondi di private equity con progetti differenti, ma con un unico obiettivo: creare un polo italiano capace di contrastare lo strapotere delle multinazionali.
Da qualche mese Capitalia (esposta soprattutto verso Sergio Tacchini e in piccola misura verso Diadora tramite Banca di Roma) sta cercando di presentare un progetto di campione nazionale ad alcuni diretti interessati. L'obiettivo potrebbe essere la quotazione della nuova realtà a Piazza Affari. Qualche mese fa, secondo indiscrezioni, Sergio Tacchini e Andrea Tomat, azionista di Lotto, si sarebbero visti, ma nell'incontro non si sarebbero trovati punti comuni. Teoricamente Sergio Tacchini e Lotto avrebbero diverse sinergie. Lotto è forte nel calcio e la Sergio Tacchini consentirebbe al groppo di Tomat di rafforzarsi nel tennis. Ma l'unione fra le due aziende non è semplice. Tanto è vero che, nel frattempo, sulla Tacchini prosegue a fasi alterne un'asta per far entrare un nuovo socio di riferimento: anzi, il gruppo di Novara, famoso negli anni 80 per aver vestito i grandi campioni del tennis, è guardato con interesse dall'austriaca Head.
Il progetto non sarebbe stato presentato a Diadora, tanto che l'AD Enrico Mambelli dice di non esserne a conoscenza. L'azienda è in fase di riorganizzazione dopo la cessione di Invicta». Lotto e Diadora, entrambe venete, sono aziende troppo simili per tipologie di prodotti.
C'è infine la situazione dei conti. La situazione di Diadora, Lotto e Sergio Tacchini è molto diversa. In crisi da tempo è la Sergio Tacchini. Forte soprattutto in Francia e Italia, il gruppo ha evidenziato nel 2005 un fatturato di circa 104 milioni con 80 di debito (tra le banche esposte Intesa) e 5 di margine operativo lordo. In fase di «turnaround» è Diadora, esposta soprattutto verso Unicredito, Antonveneta e Intesa. L'azienda fattura 160 milioni, ma è ancora in perdita (12 milioni). Lotto ha invece un giro d'affari di circa 270 milioni, un Mol di 65 milioni, un utile pre tasse di 7 milioni e un indebitamento per 63 milioni.
Nel settore c'è la sensazione che lo scacchiere potrebbe modificarsi presto. Non è un caso che sulla stessa Sergio Tacchini si sta muovendo il finanziere Vincenzo Manes con la sua Intek. E anche Intesa potrebbe fare da garante di un processo di consolidamento. Nel frattempo, Lotto sta parlando con fondi di private equity. L'azienda avrebbe bisogno di un salto dimensionale e l'ingresso di un investitore con una minoranza potrebbe essere preludio a una quotazione a Piazza Affari. Alcuni contatti sarebbero stati intavolati con il fondo Palladio, vicino per collocazione geografica al distretto industriale veneto dell'abbigliamento.
Estratto da Il Sole 24 Ore-Plus del 8/10/06 a cura di Pambianconews