«Alle sfilate i buyer stranieri li abbiamo sempre visti, ma questa volta sono venuti davvero in tanti: non uno, ma un'intera delegazione per ogni grande department store». Mario Boselli (nella foto) sente aria di ripresa: la settimana del prét-à-porter femminile si è conclusa con le sfilate di tre giovani stilisti russi e il presidente della Camera della moda le ha seguite seduto in prima fila accanto ad Alexander Shumsky, organizzatore della Russian Fashion Week, che si terrà in aprile sulla Piazza Rossa.
Non è un caso che il legame tra Milano e Mosca si vada rafforzando: la Russia è diventata uno dei principali mercati di sbocco per gli stilisti italiani. Come conferma Lidia Alexandrova, di Merkury, tra le più importanti buyer russe: l'azienda per cui lavora è il primo partner retail dei gruppi della moda e del lusso italiani che aprono a Mosca. «Le griffe che vendono di più in Russia, spiega, sono Roberto Cavalli e Dolce & Gabbana: in questo momento sono i più adatti alle esigenze del nostro mercato».
Anne Marie Paltsou lavora per Saks, uno dei principali department store americani, e conferma la complessità del lavoro del buyer: «Durante le sfilate si decide circa il 30% degli acquisti: il resto lo si sceglie guardando le precollezioni. Per la P/E 2007 gli ordini li abbiamo fatti in luglio. Le passerelle però restano importanti, anche perché possono dare molte idee per come promuovere il prodotto nei negozi. E poi dalla sfilata, anche grazie alla stampa dei giorni successivi, si delinea l'immagine dello stilista per quella stagione». Ma quali sono le collezioni scelte per le clienti di Saks? «Prada,AlbertaFerretti e Jil Sander: sono le più portabili, quelle che si venderanno più facilmente negli Stati Uniti. Senza dimenticare D&G, la linea giovane di Dolce&Gabbana».
Per Cedric Cherbit, general merchandise manager per la donna del parigino Printemps, «la sfilata più bella è stata quella di Gucci. Ma credo che in Francia funzioneranno bene anche Prada, Marni, Jil Sander e Fendi».
I buyer orientali, invece, sono un po' preoccupati per le lunghezze delle gonne: « Abbiamo visto molte mini e alle donne giapponesi queste non si adattano, dice Akihito Naohara di Takashimaya. I brand di grande impatto che ho apprezzato di più sono Gucci e Dolce&Gabbana. Per la creatività punto su Fendi, Marni ed Ermanno Scervino. Per bellezza pura i miei preferiti sono stati Giorgio Armani e Bottega Veneta».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 3/10/06 a cura di Pambianconews