Ci sono gli imprenditori. Ci sono i creativi. E poi ci sono gli imprenditori-creativi. Enrico Astori, Antonia Astori e Adelaide Acerbi appartengono a quest´ultima categoria. Nel 1968 hanno creato Driade e anno dopo anno, intuizione dopo intuizione l´hanno trasformata in una delle aziende più importanti nel panorama del design mondiale. Simbolo della creatività made in Italy. Driade è un nome che si rifà alla mitologia greca. Driadi erano le ninfe dei boschi, incarnazione della forza e del rigoglio vegetale.
La sorella Antonia Astori, designer e architetto è invece l´anima progettuale e realizzativa che firma sistemi d´arredo, mobili e cucine con la sua impronta minimalista. L´anima complementare dei due fratelli è Adelaide Acerbi, viaggiatrice alla ricerca di nuove forme artistiche e di nuovi linguaggi per comunicare la realtà Driade. Ma soprattutto per creare una vera cultura del design.
Il bilancio 2005 ha chiuso con un fatturato di 30 milioni di euro. «E per quest´anno ci aspettiamo un balzo in avanti del 18%», anticipa Elisa Astori figlia di Enrico e Adelaide Acerbi, 35 anni, dal 2001 in azienda dove segue l´area commerciale e le politiche di prodotto. Dietro a questo sviluppo a due cifre da un lato c´è la crescita dei marchi driadekosmo (uno dei più ricchi e articolati cataloghi sul fronte dell´oggettistica contemporanea) e driadestore (una collezione di complementi d´arredo pensata per un pubblico giovane, accomunati da buon disegno, ottimizzazione dei sistemi di produzione, nell´utopia della qualità a costo ridotto). Dall´altro c´è una diversa politica distributiva. «Dal 2000 di fronte a uno scenario di mercato profondamente mutato, spiega Elisa Astori, abbiamo adottato una politica distributiva più mirata. In pratica i prodotti che fanno parte dell´universo dell´oggettistica e complementi d´arredo, seguono canali differenziati rispetto alle produzioni storiche della maison».
Estratto da Affari&Finanza del 18/09/06 a cura di Pambianconews