Un marchio storico, Lubiam di Mantova, e una famiglia arrivata alla quarta generazione sul ponte di comando dell'azienda. Il passaggio alla quarta generazione sta avvenendo parallelamente a un'operazione di restyling del marchio. Il regista dell'operazione è Giuliano Bianchi, presidente della società, e dietro di lui ci sono i due figli Edgardo e Giovanni, per il momento entrambi amministratori delegati. Un gradino più sotto, infine, c'è Gabriele, responsabile del settore tecnologico. I tre ragazzi, come racconta Edgardo in questa intervista, lavorano sotto la stretta osservazione del padre che, entro pochi anni, deciderà il suo successore e il nuovo equilibrio tra la famiglia e l'azienda.
Come procede il restyling della Lubiam?
Secondo la tabella di marcia: in tre anni stiamo cambiando la faccia dell'azienda, senza però rinunciare alla nostra identità.
Perché è entrato in azienda prima dei fratelli?
Si vede che lei non conosce mio padre. Non sarà certo l'anzianità di servizio il criterio con il quale lui sceglierà il nuovo capo azienda.
Faccia almeno una previsione sui tempi della scelta.
Non oltre i prossimi cinque anni. A quel punto sarà necessario scrivere un nuovo patto di famiglia, avremo bisogno di nuove regole per garantire l'equilibrio tra noi fratelli e con gli altri azionisti. Ma ripeto: tutto ciò sarà fatto con la regia di mio padre Giuliano.
Parliamo di mercati: dove pensate di crescere?
All'estero, e in particolare in Cina. Il nostro piano prevede l'apertura di almeno 70 negozi monomarca in tutti i più importanti centri urbani della Cina entro i prossimi tre anni.
Esclude lo sbarco in Borsa?
Sì, lo escludo perché non abbiamo le dimensioni giuste, siamo legati a una cultura d'impresa nella quale la famiglia ha un ruolo attivo, da protagonista, nella gestione.
Estratto da Economy del 1/09/06 a cura di Pambianconews