Likou Town è un sobborgo a nord di Suzhou, nella provincia costiera di Jangsu. Fino a vent'anni fa era un centro sconosciuto, oggi ospita uno dei più importanti mercati di mobili di tutta la Cina. Un'esposizione permanente distribuita su 300mila metri quadrati, con dieci padiglioni nei quali vendono i loro prodotti, all'ingrosso e al dettaglio, circa 1.500 aziende. Il suo nome per esteso è Jangsu Likou International Furniture Market e genera vendite per circa 300 milioni di euro all'anno, per lo più dirette all'estero.
Anche di Likou si parla nel volume «Focus Cina: ricerca di mercato sul settore legno-arredo» voluto da Federlegno-Arredo. Uno studio realizzato, come spiega il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, «perché noi produttori italiani siamo abituati alla competizione, ma non si può pensare di affrontare un Paese e un concorrente così complesso senza conoscenza e organizzazione».
Il debutto dei mobili made in China sui mercati internazionali è un fatto recente. Nel 2001 l'industria del mobile cinese ha realizzato una produzione del valore di 14 miliardi di euro. Da allora l'importo è cresciuto a ritmi vertiginosi, fino ad arrivare a 24 miliardi di euro nel 2004. Tuttavia, secondo i calcoli di Federlegno-Arredo, la produttività annua per addetto è ancora molto bassa: 4.800 euro, contro i 18mila curo di media in Asia. Colpa dell'arretratezza tecnologica e delle dimensioni contenute delle aziende, che spesso non superano i 50-60 dipendenti.
La qualità però migliora giorno dopo giorno e la competitività è assicurata da un costo del lavoro che per l'azienda non supera i 110 euro al mese per operaio. «Andare a produrre in Cina senza appoggiarsi a un partner locale spesso è troppo complesso, commenta Snaidero, anche se sul piano della distribuzione la situazione è migliorata».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/06/06 a cura di Pambianconews