Il Doha Round, il negoziato multilaterale per la liberalizzazione degli scambi mondiali, corre sul filo del rasoio. Reduce dalla missione in Cina, destinataria in autunno di una nuova strategia politico-economica europea, l'inglese Peter Mandelson avverte: o si dà una svolta al Round entro giugno o si rischia davvero grosso. Il negoziatore commerciale Ue riconosce del resto che le sirene del bilateralismo, che da anni nanno conquistato gli Stati Uniti, cominciano ad attirare anche l'Europa.
Il tempo stringe, siamo a giugno ma c'è aria di fallimento intorno al Doha Round. Gli Stati Uniti sono arrivati al 14mo accordo commerciale bilaterale. Anche l'Europa sembra tentata dalla scorciatoia delle intese bilaterali. La sua stessa missione in Cina, appena conclusa…
La mia priorità resta quella di concludere con successo il Doha Round, cioè con un compromesso in grado di assicurare vantaggi equi ed equilibrati a tutti.
In altre parole, comunque vada il negoziato in corso, l'Europa non rinuncerà alla sua scelta multilaterale?
Il bilateralismo non può essere un'alternativa a Doha o un suo surrogato. Può essere solo una sorta di “Doha più”. Per il momento posso solo dire che gli accordi bilaterali giocheranno un ruolo dopo Doha e non prima, potranno scattare una volta fatta l'intesa sul Round, non senza di essa.
E gli Stati Uniti?
L'Amministrazione Bush resta impegnata in questo negoziato, ha grossi interessi in gioco nei capitoli industria e servizi. Il presidente è un convinto fautore del free-trade. In Congresso predominano invece gli interessi agricoli.
Stati Uniti a parte, a pesare sul Round c'è anche la variabile Cina: non crede che il suo ingresso nella Wto stia rendendo più rigidi i Paesi emergenti che temono, facendo concessioni su tariffe industriali e altro, di ritrovarsi invasi dai cinesi?
Indubbiamente i vantaggi che i cinesi possono trarre da tutte le misure decise in sede Wto allarmano molte economie, in particolare quelle dei Paesi in via di sviluppo. Però non sono Cina e India i problemi di questo Round.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/06/06 a cura di Pambianconews