Moda, più slancio all'estero
Un ufficio a Shanghai che aiuti le imprese a cogliere tutte le opportunità, una grande ricerca sulla filiera del tessile e sull'abbigliamento cinese, una campagna per il rilancio all'estero del marchio made in Italy, l'obbligo di etichetta per i prodotti importati nella Ue, un'iniziativa per agevolare la distribuzione internazionale dei prodotti italiani.
Paolo Zegna, presidente di Smi-Ati (la federazione delle imprese tessili e moda italiane) ha deciso di partire all'attacco dei nuovi mercati, in appoggio delle aziende, anche per non perdere l'aggancio alla ripresa, che ora «non si può dire che non ci sia». E per questo chiede la collaborazione dei sindacati, nel giorno stesso della firma ufficiale dell'accordo sul contratto nazionale del settore.
«Insieme, dice, abbiamo firmato anche un impegno a rivederci, a sederci a un tavolo per definire le condizioni organizzative che consentano alle aziende di fronteggiare tempi e cicli sempre più ravvicinati e differenziati, in un mercato in cui l'efficienza del servizio è diventata un fattore competitivo importante».
Una delle priorità di Paolo Zegna è far conoscere meglio le potenzialità dei diversi mercati. Anche qui partendo dalla Cina. «Stiamo mettendo a punto, dice, uno studio sulle due filiere più importanti del mondo: quella italiana e quella cinese. L'obiettivo è individuare i reciproci punti di forza e di
debolezza, i flussi nelle grandi aree, gli eventuali punti di aggancio e di complementarietà. Noi abbiamo già ottenuto i finanziamenti del ministero delle Attività produttive, aggiunge, ora stiamo aspettando i fondi cinesi, perchè questo lavoro voglio che sia fatto insieme».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/06/06 a cura di Pambianconews