Riflettori puntati su calzature e gioielli. Sono le aziende di scarpe e di preziosi quelle che risultano più interessanti per chi vuole investire nella moda e nel lusso. Per capire quello che potrebbe succedere è utile guardare a quanto è avvenuto negli ultimi anni. Significativo in proposito quello che indica uno studio di Pambianco Strategie di Impresa che analizza gli ultimi otto anni della moda e del lusso sotto il profilo delle fusioni e delle acquisizioni. Innanzitutto emerge che il Private Equity, dal '98 al 2005, ha giocato un ruolo da protagonista. Nel periodo preso in considerazione ci sono state a livello internazionale 1164 operazioni di fusione e acquisizione, di cui 161, vale a dire il 14 per cento, realizzate da soggetti di Private Equity. L´analisi evidenzia un trend di crescita costante, ad eccezione del 2002 per effetto delle torri gemelle, ed una accelerazione nel 2004 e nel 2005, con, rispettivamente 34 e 32 operazioni.
I settori che hanno attratto maggiormente l´interesse del Private Equity sono stati la distribuzione (con 44 operazioni) e l´abbigliamento (39) poi si passa alle calzature, ma con un bel salto (15). Il settore meno coinvolto è stato quello dei gioielli con una sola operazione. Il maggior numero di operazioni (91) è stato fatto da operatori stranieri che hanno acquisito marchi esteri. Una ventina da fondi esteri in Italia e 42 da fondi italiani su marchi italiani. Solo 8 sono invece quelle fatte da operatori italiani con marchi stranieri. I principali player italiani sono stati fondi specializzati nella moda e nel design come Charme e Opera. Seguono Hopa, Fineco Capital, Equinox e Nord-Est Investment. I player esteri principali sono stati l´inglese 3i, il Francese L Capital, Berkshire Hataway, Pegasus, Cvc e Ubs. Nel primo trimestre di quest´anno continua la crescita nel numero di operazioni del Private Equity che su complessive 47 operazioni complessive, ne ha fatte 13, vale a dire il 28 per cento.
«Fino a qualche anno fa facevano gola i grossi marchi soprattutto della moda. Adesso non sono più sul mercato, visto che sono stati già acquisiti, spiega Carlo Pambianco a capo della società omonima. Il mercato ora è affollato di aziende medio piccole. E fra questa a destare maggiore interesse sono le aziende di scarpe e gioielli. Sia nelle prime che nelle seconde non è ancora iniziato il processo di fusione e acquisizione che ha invece attraversato il settore dei grossi nomi dell´abbigliamento».
Anche le borsette continuano ad esercitare appeal, ma sono già da qualche anno nel centro di questa trasformazione tant´è che si sono già formati dei poli dell´accessorio. Ed è proprio la carta della specializzazione che vince oggi sul mercato. Lo Spiega Pambianco: «Quello che succederà nei prossimi anni è la focalizzazione sul settore. Si è capito che non basta acquisire delle aziende con un approccio generalista, ma bisogna averne uno più specifico. I fondi non possono portare solo soldi e cultura manageriale generica, ma conoscenze settoriali. E infatti i fondi stanno cominciando a fare delle acquisizioni più simili tra di loro in modo da avere più conoscenza specifica e non disperdersi tra mille società diverse».
Estratto da Affari & Finanza del 1/05/06 a cura di Pambianconews