La nuova frontiera della globalizzazione si chiama India e gli imprenditori italiani vogliono raggiungerla perché l'economia del Paese cresce a ritmi sostenuti e le opportunità non mancano. Per avere un'idea della grande corsa indiana basta dare un'occhiata al Pil, che nel 2005 è salito dell'8% mentre per il 2006 le previsioni parlano del +10%. A trainare la crescita, come evidenziato dal convegno India in Business class, non c'è solo il settore dell'Information technology, ma anche quello dell'automotive, dell'intrattenimento e del retail, che muove un business di 247 miliardi di dollari.
Il concetto non è sfuggito ad aziende come Benetton, Versace, Ferragamo, Valentino, Canali, Merloni, e Freddy, già presenti nel Paese. Le opportunità di lavoro non mancano. «Le figure più ricercate sono direttori generali, direttori di reti vendita e commerciali, business development manager soprattutto dei settori fashion e alimentare, che poi sono i due comparti maggiormente in crescita nel nostro retail» prosegue Sabharwal. «È infatti in aumento la popolazione (il 4% su 1,03 miliardi di abitanti) che può permettersi di acquistare capi griffati, mobili e cibo italiani, molto apprezzati qui»
E gli stipendi lievitano, specie nel settore dei servizi. A beneficiarne sono soprattutto le figure strategiche, quelle in grado di fare decollare una rete vendita nel giro di due anni al massimo. Non avendo ancora maturato le competenze necessarie in questo campo e per attrarre gli uomini migliori l'India è disposta a pagare più della media di mercato, arrivando anche oltre gli 800 mila dollari l'anno, cifra che scende tra i 150 e i 250 mila dollari per un top executive medio». In linea con l'Italia i compensi dei middle manager, che oscillano tra i 60 e i 120 mila dollari l'anno.
Estratto da Economy del 28/04/06 a cura di Pambianconews