«Non faccio come Giovanni Rana, eh? Però un pò mi diverto». E così Adriano Rodella, titolare della Pompea, è comparso nell'ultimo spot del suo marchio. A cantare sul remake di Quelli della notte di Renzo Arbore che le altre calze e mutande strappano, stressano, stringono, «ma Pompea no». Perché lui è l'uomo che ha tolto all'intimo femminile ferretti e lacci, lanciando la novità: il senza cuciture. Ovvero un tubolare di microfibra che si trasforma di volta in volta in mutande, canottiere, fasce, calzettoni senza una singola giuntura.
«L'idea mi è venuta lavorando con Santoni, uno dei più grandi produttori di macchine circolari per maglieria» spiega l'imprenditore che oltre a presidiare il settore intimo si contende il trono di re della calza con il rivale e vicino di fabbrica Nerino Grassi, titolare di quella Golden Lady che poco tempo fa ha acquistato dagli americani di Sara Lee la Filodoro, creata e poi venduta dallo stesso Rodella. Proprio per aprire la Pompea.
Oggi Rodella si ritrova a capo di un gruppo da 178 milioni di euro, che occupa 2.400 dipendenti tra gli stabilimenti di Medole e Asola, la torcitura d'Atri, la fabbrica in Serbia acquisita al 100% e quella partecipata in Tunisia, oltre a quattro filiali distributive sparse per l'Europa. In Germania in particolare Rodella realizza il 10% del fatturato grazie all'accordo con Miro Radici, industriale tessile bergamasco che in terra tedesca ha un gruppo di distribuzione d'abbigliamento da 660 milioni di euro, con all'attivo megastore in cui l'intimo Pompea figura tra i marchi più richiesti.
Ora Rodella guarda alla Cina. «Quest'anno un gruppo tessile quotato alla borsa di Shanghai venderà nei suoi 3 mila negozi anche i nostri marchi Pompea e Ac Glory». A dire il vero, i cinesi vorrebbero entrare anche nel capitale della Pompea: «Ci sto seriamente pensando. Potremmo distribuire i loro prodotti in Italia e portare i nostri là» commenta Rodella.
Estratto da Panorama del 28/04/06 a cura di Pambianconews