«Ma lo sappiamo tutti che l'economia è in ripresa! La Germania? Ma no, sono sempre la Cina e l'India a tirare e noi continuiamo a trattarli da nemici», sbotta Giacomo Vaciago, ordinario di politica economica alla Cattolica di Milano. L'annuncio rimbalzato da Vienna, dove il governatore di Bankitalia Mario Draghi ha spiegato che grazie alla locomotiva tedesca «l'economia è in ripresa», non lo sorprende.
E del resto tutta una serie di studi e di dati dimostrano che la svolta è in corso. In Germania, ma anche nel nostro paese. Corre il made in Italy e crescono in maniera robusta un po' tutte le nostre esportazioni. Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi a febbraio, parlano di un +17,6%. «E' una crescita ormai strutturale, commentava nei giorni scorsi il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso, che fa da traino anche a fatturato e ordinativi dell'industria».
Vanno bene gli Stati Uniti, uno dei nostri mercati di riferimento per l'export (+17,9%), e va molto bene la Cina che ci regala un +21,5%. Segno che le missioni del «sistema Italia» degli ultimi tempi hanno colpito nel segno. In Russia cresciamo del 22% ed in Europa occidentale del 18,7%, con un importante +5% in Germania, nostro primo mercato di sbocco. Una partenza così bruciante fa ben sperare per l'intero 2006 che secondo le prime stime del ministero potrebbe mettere a segno una crescita del 7%.
A trainare questa ripresa sono tra gli altri anche il settore tessile ed il comparto del mobile-legno. Alcuni distretti hanno ripreso a correre, come quello orafo di Vicenza (+7%) e quello bellunese degli occhiali (+35%). «La moda di buon gusto, quello che abbiamo chiamato il “best in Italy”, dall'abbigliamento all'industria dell'arredamento, piacciono tantissimo nel mondo, segnala Vaciago. E si tratta sempre di prodotti molto difficili da copiare su cui la concorrenza cinese non può darci fastidio».
Estratto da La Stampa del 10/04/06 a cura di Pambianconews